Ai tre tenori, il campionato dedica una standing ovation senza riserve. Al giro di boa, non cambia fisionomia l’alta classifica, perde due punti la sola Fiorentina, si appesantisce il ritardo sulla zona Champions, ma quelle davanti hanno ritmi da capogiro. Non soltanto la Juventus, che avvicina la prospettiva di un traguardo oltre i cento punti, ma anche la Roma capace di riscrivere la propria storia, mai aveva girato a quota 44. Garcia aveva mancato il miracolo a Torino, dopo avere esibito per un’ora un gioco ammirevole, non ha fallito l’opera di ricostruzione. Aveva giocato tre giorni fa, unica tra le protagoniste del frastagliato turno di Coppa Italia ad avere avuto un riposo meno corposo.
Dopo la prima sassata alla Lanterna con la vittoria sulla Samp, l’ha frantumata quando all’Olimpico è arrivato il Genoa a dare il cambio ai cugini. Quattro gol, ma soprattutto una esibizione illustrata da potenza, qualità, straordinario equllibrio tattico, la linea Maginot di Gasperini presa d’assalto, a scardinarla un’incredibile esecuzione acrobatica di Alessandro Florenzi, che nel più recente scorcio di stagione aveva pagato un piccolo debito al grande dispendio di energie profuse in ogni zona del campo. Senza mai soffrire, la Roma ha dilagato, il giovanotto ha anche regalato un cioccolatino a Maicon per il terzo gol, dopo che Totti, con l’aiuto di una deviazione, era tornato a segnare. Quanto bastava, al capitano, per ritrovare la sua dimensione.