(C. Zucchelli) – Una delle prime cose che Rudi Garcia ha chiesto ai suoi dirigenti, subito dopo l’Open Day di luglio, è stata di poter cambiare panchina: «Voglio quella accanto alla Sud per sentire meglio la curva. Quest’anno giocare in casa dovrà essere la nostra arma in più». Tutti i torti, considerando lo strappo tra la Roma e i suoi tifosi successivo al 26 maggio, non li aveva. Ma il paradosso per l’allenatore francese è che il distacco con la Juventus, 8 punti, poteva essere dimezzato se la sua squadra non fosse stata tradita, proprio nello stadio amico, dalle partite contro Sassuolo e Cagliari. Soltanto 2 i punti conquistati, su 6 a disposizione, due pareggi che pesano come un macigno sul girone d’andata — comunque da record — dei giallorossi.
Bunker Senza le due x contro squadre che lottano per la retrocessione, la Roma in casa avrebbe fatto percorso netto. Con numeri incredibili: dal 30 al Verona al 40 al Genoa, 24 gol fatti e solo 2 subiti, da Sassuolo e Fiorentina. Battuto il primato del Palermo che nella stagione 2004/2005 ne aveva incassati 3. Precedenti, quelli del girone d’andata, benauguranti per Garcia, considerando che nelle prossime settimane la Roma giocherà gran parte delle sue partite all’Olimpico. Nell’ordine: Livorno, Parma, Lazio (seppur «in trasferta»), Sampdoria e Inter prima dello scontro diretto di Napoli. Le uniche volte che Totti e compagni giocheranno fuori Roma? Contro Verona e Bologna. Voglia di stella In Coppa Italia il cammino non è poi così diverso. Inversione contro la Juve permettendo (tra oggi e domani, con gli ottavi tra Lazio e Parma e tra Napoli e Atalanta, la verità), la Roma per arrivare a conquistare la stella che spetta a chi vince 10 trofei, avrebbe soltanto una trasferta, la semifinale. Per il resto, finale compresa, tutte gare all’Olimpico. Se la semifinale fosse poi con la Lazio, la Roma non si allontanerebbe mai da casa. Impossibile, per Garcia, non tenerne conto.
Incassi d’oro Se il campo ride, il botteghino non piange. Anzi. Lo straordinario avvio di campionato della Roma ha portato tanti tifosi allo stadio: oltre 40.000 la media spettatori del girone d’andata, con picco positivo contro la Fiorentina l’8 dicembre (49.318) e negativo con il Verona (28.000), quando la curva Sud era chiusa per decisione del giudice sportivo. Numeri importanti, che i manager americani di stanza a Trigoria (e Boston) ancora non considerano sufficienti e che, invece, i dirigenti italiani reputano un grande risultato. Soprattutto alla luce dei risultati dei due anni precedenti e dell’aumento del costo dei biglietti e degli abbonamenti. In Italia hanno fatto meglio solo Inter (media spettatori 52.000) e Napoli (44.000). Il nuovo stadio Per la prossima stagione la strategia del club non cambierà: in primavera partirà la campagna per il rinnovo delle tessere, chi prima la farà più risparmierà. Nel frattempo, a Trigoria (e in Campidoglio) tutti aspettano il ritorno di Pallotta che coinciderà — a meno di ritardi per ora non previsti — con la presentazione del progetto per il nuovo stadio. Prima però sarà costituita la nuova società, con a capo Mark Pannes, che se ne occuperà. I contratti si stanno preparando, per le firme sembra essere soltanto questione di giorni.