(A.Austini) Lo chiamo o non lo chiamo? Finora non l’ha fatto, ma Prandelli continua a sfogliare la margherita e chissà se prima o poi si deciderà a comporre quel numero.
Il nuovo infortunio di Pepito Rossi ha riacceso la suggestione negli ambienti della nazionale: portare Totti al Mondiale. Anche perché, così com’è messo oggi, il parco attaccanti italiano offre ben poche garanzie.
Balotelli non lo è a prescindere per motivi caratteriali, idem Osvaldo appena squalificato in Premier per tre giornate e potenzialmente soggetto alle sanzioni del «codice etico». Scartato il ritorno di Cassano, non resta su piazza nessuna «star» da Mondiale. Tanto per fare dei nomi, fra seconde punte e trequartisti le opzioni sono Diamanti, Cerci, Insigne, Quagliarella e Giovinco.
L’idea-Totti frulla da mesi nella testa di qualche dirigente federale. Un po’ meno in quella del ct: lo dimostra il fatto che non sia mai andato oltre qualche dichiarazione pubblica di «apertura». Se Prandelli volesse davvero portare Totti in Brasile, probabilmente si sarebbe già confrontato con il romanista. Il tempo passa e le possibilità sulla carta diminuiscono, ma il ko di Rossi, più grave del previsto perché coinvolge anche il crociato già ricostruito due volte, riapre il dilemma. E il capitano giallorosso è disponibile quantomeno a parlarne, anche se in cuor suo si aspettava di essere contattato prima. In ogni caso, accetterebbe di tornare in nazionale solo a certe condizioni.
Innanzitutto deve sentirsi bene a ridosso del torneo: una decisione non potrebbe arrivare prima di fine aprile. Poi non è disposto a partire come uomo-simbolo, bensì affronterebbe uno sforzo così importante alla sua età solo se fosse certo di poter giocare un Mondiale da protagonista.
Oltre ad avere tutti gli occhi puntati addosso, ci sarebbe inoltre da valutare l’accoglienza del gruppo, per la maggior parte composto da giocatori di un’altra generazione. A parte De Rossi, i «vecchi» rimasti dal Mondiale 2006 sono Buffon, Pirlo e forse Gilardino. In pubblico tutti si esprimono a favore del suo ritorno in azzurro, il privato è un’altra storia. E a Totti non sono sfuggite certe dichiarazioni dei nazionali juventini prima e dopo l’ultima sfida dello «Stadium».
Ma è il gioco delle parti e non è quello dei rapporti l’ostacolo principale. Gli «sponsor» del romanista sono tanti, a partire da quello «ufficiale»: la Nike sarebbe ovviamente felicissima di veder giocare in Brasile uno dei suoi testimonial più importanti nel mondo.
Tutto dipende da Prandelli, intenzionato a mantenere intatti certi equilibri. Nella rosa di Garcia sono diversi gli osservati speciali: da Florenzi al redivivo Destro, da Balzaretti fino a De Sanctis. Il ct, preoccupato dal rendimento di Marchetti, ha già allertato il portiere che con la nazionale, però, ha chiuso e non vuole tornare indietro. Un po’ come Totti. Ma la tentazione del Brasile è forte. Per tutti.