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IL ROMANISTA Bradley: “Il Toronto, che opportunità…”

Bradley

(A.F.Ferrari) Michael Bradley è tornato a “casa”. L’ex centrocampista della Roma, trasferitosi il 9 gennaio scorso al Toronto, dopo nove anni di lontananza ha ritrovato la Major League Soccer, il campionato del Nord America. Nove anni passati in giro per l’Europa dove ha vestito le maglie dell’Heerenveen (Olanda), Borussia Mönchengladbach (Germania), Aston Villa (Inghilterra), Chievo Verona e Roma.

Nove anni di lontananza dal campionato del suo paese che quasi certamente – insieme al fatto di essere diventato, dopo l’arrivo di Nainggolan, la quinta scelta a centrocampo – hanno influito nella decisione di Michael di lasciare la Capitale. Una volta arrivata l’offerta del Toronto è stato proprio l’americano a chiedere di partire come confermato da Garcia qualche giorno fa: «Bradley voleva andare via, non potevamo tenere il giocatore – le parole del francese -. Ha fatto molto bene con me in questi mesi ma capisco che voglia giocare di più ma quando c’è un centrocampo come il nostro è difficile trovare spazio».

Una partenza di cui il tecnico francese avrebbe anche fatto a meno, anche se la Roma ha, comunque, incassato una discreta cifra per il classe ’87 (7,3 milioni di euro) e fatto una notevole plusvalenza avendolo pagato 3,7 milioni nell’estate del 2012. «È accaduto tutto molto in fretta, si è trasformata da idea e piccolo interesse a realtà», le parole di Bradley riportate dal sito goal.com. «Quando ho sentito di questo interessamento ho parlato con la dirigenza del Toronto, capendo che si sarebbe potuto fare qualcosa di speciale qui, sono motivati. Voglio far parte di questa crescita». Il momento giusto per tornare nel campionato americano? Un dubbio che Michael non ha avuto: «Questa è stata un’opportunità che non volevo lasciarmi scappare. Se mi aveste chiesto qualche anno fa se sarei tornato in MLS in questo momento probabilmente avrei risposto di no – le sue parole -. Se c’è la motivazione c’è tutto, vuoi essere in un posto dove sei apprezzato».

Una nuova sfida in cui Bradley vuole essere protagonista migliorando giorno dopo giorno: «Come ho sempre fatto, da quando avevo 14 anni. La MLS forse non è al livello ancora dei migliori tornei d’Europa, c’è ancora un po’ di lavoro da fare, ma è un campionato competitivo. Ci sono più squadre, più tifosi, più attenzioni rispetto a quando me ne sono andato. Sono qui per migliorare, come sempre». Buona fortuna Michael.

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