(E. Sisti) C’è un aspetto della vita emotiva, civile e professionale che Rudi Garcia proprio non sopporta: il futuro. «Non parlatemi di Juventus, oggi avremo davanti il Livorno (che ha cambiato Nicola con Perotti, ndr) non la Juventus». E non parlategli neppure di mercato («Burdisso? È ancora un giocatore della Roma ed è un professionista, figuriamoci se non è a disposizione»). È il mantra che Garcia va salmodiando da mesi, mantra con cui il francese, saggio e soprattutto abile nel mescolare autorevolezza e amicizia, pratica da mesi la sua religione del «presente a tutti i costi». Il percorso ha dato ottimi frutti: così facendo è riuscito a mantenere alto il livello di concentrazione dei suoi, nonché (a parte qualche cedimento circoscritto) la serenità del gruppo, una specie di stile Trigoria: «Bisogna prestare attenzione su una cosa alla volta, i tre punti arrivano solo così».Stringendo, in questa doppia vigilia (speriamo non ci senta…), Garcia vorrebbe che la sua Roma si dedicasse ad una sola azione, a un solo pallone vagante, tanto poi ne verrà un’altra, e un altro pallone da giocare. Ma sempre in sequenza, mai due alla volta.
La formazione che scenderà in campo oggi per applicare lo zen del maestro è ancora vincolata a un paio di fili pendenti, massimo tre.La Roma non è in grado, come per esempio la Juve, di schierare una squadra 2, la Roma non ha un piano B completamente diverso dal piano A: però qualcuno oggi resterà fermo in attesa dei quarti di Coppa contro i bianconeri (martedì sera): «Ma non faccio calcoli». I fili che pendono sono Totti (se lo terrà per la Juve o ha già deciso di portarlo in panchina martedì?), Ljajic (titolare al posto di Florenzi o di Gervinho?) e la riproposta della coppia di mediani che tanto ha stupito contro il Genoa (Strootman e Nainggolan) con Pjanic più avanzato.
De Rossi? Ha ancora qualche fastidio all’alluce e anche alla luce di questo disagio che si porta dietro dall’ultima sosta per la Nazionale potrebbe essere lui l’altro da mettere in bacheca protettiva aspettando la Juventus. O magari no, magari tocca a Nainggolan. «I miei calciatori sono tutti in grado di giocare due partite in tre giorni, semmai il problema potrebbe presentarsi domenica prossima contro il Verona». Due sì, tutti, tre non tutti, questo il senso del discorso: «Ma la rosa è sufficiente ». Semmai di mercato si parlerà negli ultimi giorni disponibili. Intanto bisogna vincere tre volte. Per non perdere nemmeno l’ombra di un treno.