(U. Trani) – Come fosse un allenamento, la Roma si scalda, addestrandosi per la Juve, in arrivo tra tre giorni per la coppa e sempre capolista del torneo con 8 punti di vantaggio. Ottimo pure l’inizio del girone di ritorno: il successo casalingo contro il Livorno ultimo, il secondo consecutivo in campionato (il terzo se si conta anche quello contro la Sampdoria in Coppa Italia), è largo, 3 a 0, scontato e soprattutto utile. Serve per la classifica (secondo posto da difendere) e per preparare la Grande Sfida. Martedì sera, all’Olimpico, il quarto di finale, in partita unica, contro i campioni d’Italia, gli unici finora ad aver battuto i giallorossi in questa stagione, nella prima gara del nuovo anno. Ma la risposta più efficace, dopo quella sconfitta a Torino, sono proprio le tre vittorie senza prendere reti (8 gol fatti e nessuno incassato): la solidità e l’equilibrio sono i pregi fondamentali di questo gruppo che si conferma squadra nell’atteggiamento e nel gioco. De Sanctis non fa nemmeno una parata, come domenica scorsa contro il Genoa, e la difesa, la migliore del torneo con 10 reti subite, per la quattordicesima volta (in 21 match, compreso quello di coppa), non prende gol.
ASPETTANDO I BIANCONERI
L’esibizione della Roma nel primo tempo ha il solito difetto degli sprechi davanti alla porta. Garcia, però, è sempre entusiasta quando fioccano le occasioni da gol. In partenza tre gli esclusi eccellenti (più Nainggolan, primo colpo di gennaio: da oggi il francese avrà anche il brasiliano Bastos, esterno mancino, da sfruttare sulle due fasce): Maicon, con Torosidis chiamato a prendere il suo posto sulla destra; Florenzi, sostituito da Ljajic sullo stesso lato del terzino greco, e Totti, per evitare al capitano il doppio impegno ravvicinato e provare Destro da centravanti. Nel 4-3-3 De Rossi torna nel suo ruolo da mediano centrale, e spesso avanza e si diverte da regista, scortato da Strootman e Pjanic che partecipano all’assalto con qualità e continuità. Lavorano bene i due terzini, Torosidis e Dodò, sulle corsie, attaccando le sentinelle del Livorno e liberando varchi al centro per gli inserimenti dei centrocampisti.
GARA SENZA STORIA
Il Livorno, 8 sconfitte e solo un pari contro il Milan nelle ultime 9 gare, non resiste davanti all’onda giallorossa: il 5-3-1-1 di Perotti, chiamato a sostituire Nicola, crolla subito. Ljajic si beve Mbaye sulla destra e appoggia al centro per Gervinho: l’ivoriano svirgola il pallone e Destro realizza l’1 a 0, quarto centro stagionale (6′). Gli ospiti protestano, chiedendo il fuorigioco dei due attaccanti, ma Gervinho, quando interviene, è dietro la linea della palla. Assist involontario, ma buono. Da quel momento parte lo show, anche se il raccolto è minimo. Si pappano gol grandi così Benatia in acrobazia, palla svirgolata sopra la traversa su torre di De Rossi, Destro in solitudine, tirando addosso a Bardi su verticalizzazione ancora del capitano di giornata, Gervinho sulla destra, calciando tra le gambe del portiere, bravo e fortunato, su imbucata di Pjanic, e Strootman da distanza ravvicinata, ancora su delizioso suggerimento del bosniaco. L’olandese si riscatta con la sua prima rete (quinta del torneo) all’Olimpico (36′). Valentini chiude su Destro, lanciato dallo stesso Strootman che firma il 2 a 0 a porta vuota. Prima dell’intervallo applausi di incoraggiamento a Gervinho che di testa, messo davanti alla porta da Torosidis, indirizza a lato, e gol annullato a Destro per fuorigioco evidente di Castan che è davanti a Bardi.
ROTAZIONE PURE IN CORSA