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IL TEMPO Roma-Juve. Lotta al potere

Castan De Rossi

(A. Austini) Sempre loro, solo loro. Juventus e Roma sono le nuove padrone del campionato e domani incolleranno l’Italia intera davanti alla tv per la rivincita in Coppa Italia dopo il tris calato dai bianconeri allo «Stadium» il 5 gennaio.

La classifica, da ieri, dice che la lotta al vertice è riservata a due squadre, anche se il margine guadagnato dall’inarrestabile armata di Conte lascia ormai poco spazio al sogno di rimonta romanista. Ma se dovesse esserci un calo della Juve, è la formazione di Garcia l’unica ancora in grado di inserirsi: con il pari di ieri a Bologna, il Napoli abbandona definitivamente l’obiettivo scudetto e si allontana dai giallorossi.

Quella di Benitez è una resa, anche nelle dichiarazioni del post-partita. I due posti validi per l’accesso diretto alla Champions ora sono nelle mani di Juve e Roma, che continuano a viaggiare a ritmo record. Bellissime e diverse, complete e affamate, due squadre da sole tengono alto il livello e l’onore di un campionato in declino. I bianconeri hanno vinto le ultime 12 partite e sono proiettati verso il record assoluto di successi consecutivi (17) fatto registrare dall’Inter di Mancini nel torneo 2006-07. I giallorossi, battuti solo dai rivali nel confronto diretto, sono sempre più rullo compressore nelle partite casalinghe in cui hanno subìto appena 2 gol contro i 27 segnati in 11 match.

E sarà proprio il fattore campo quello su cui punta Garcia per prendersi la rivincita contro Conte. «Un vantaggio terribile» l’ha definito il francese, che non ha affatto digerito quel ko di Torino e ancor di più le analisi fatte dopo: Rudi è convinto che la Roma abbia perso per colpa degli episodi e non per meriti «tattici» del suo rivale come sottolineato dai più.

L’ultimo duello con i bianconeri in Coppa Italia all’Olimpico risale alla prima stagione di Spalletti, nel bel mezzo delle undici vittorie di fila in campionato: un ko di misura indolore, grazie al successo per 3-2 conquistato al Delle Alpi sulla squadra allora allenata da Capello. I giallorossi hanno affrontato la Juve in trasferta in turno unico nelle ultime due occasioni, con risultati alterni: vittoria 0-2, col primo gol firmato da Vucinic poi ceduto proprio alla Signora, e il secco 3-0 inflitto da Conte a Luis Enrique nella prima uscita romanista allo «Stadium».

La sfida si rinnova ed è destinata a durare negli anni, perché le concorrenti, Napoli a parte, arrancano. Chiusi i rubinetti delle famiglie Berlusconi e Moratti. sono Agnelli, Pallotta e lo stesso De Laurentiis quelli che da tre anni a questa parte hanno fatto gli investimenti più ingenti sul mercato. Ma tutti con un occhio ai conti. Se Roma e Napoli hanno già dato con le cessioni di Lamela, Marquinhos, Lavezzi e Cavani, la Juve si appresta a farlo la prossima estate con Pogba: irrinunciabile la proposta da 50 milioni pervenuta dal Psg che vorrebbe prendersi anche Pjanic. La Signora può contare sul vantaggio enorme di avere lo stadio di proprietà, mentre i club di Pallotta e De Laurentiis hanno appena iniziato il dialogo con le istituzioni locali e si apprestano a superare il lungo percorso burocratico.
Se andiamo ad analizzare i fatturati, non c’è partita. Nelle casse di Vinovo entrano più del doppio (275 a 125 milioni) del tesoretto accumulato ogni anno a Trigoria. Oltre allo stadio, la forbice così ampia è dovuta ai diritti tv, che fra campionato e Champions, hanno portato quest’anno 160 milioni al club di Agnelli.

Se la Roma spera di iniziare finalmente a contare le banconote dell’Uefa, non cambierà molto nel futuro a breve termine in Italia, anche perché i presidenti di serie A hanno appena approvato un contratto molto simile a quello attuale. Solo i dirigenti giallorossi si sono astenuti dopo aver dato battaglia insieme alla Juventus: una frattura dopo mesi di lavoro fianco a fianco e di confronto continuo tra i presidenti. L’alleanza tra società che non piace ai tifosi sta per finire. La battaglia sul campo è appena iniziata.

 

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