(T. Riccardi) – Ha collezionato appena 3 presenze ufficiali con la maglia della Roma, ma Radja Nainggolan è già diventato un idolo della tifoseria giallorossa. Il “Ninja” sembra giocare da una vita con questa maglia, in realtà è arrivato a Roma solo il 7 gennaio 2014. L’uomo che per primo puntò su di lui quando giocava in Belgio è Renzo Castagnini, allora direttore sportivo del Piacenza, oggi osservatore per conto del Tottenham. Inoltre, dal 2008 al 2010, Castagnini è stato responsabile del settore giovanile della Juventus negli anni della ricostruzione bianconera, “anche se all’epoca loro non potevano spendere molto, tanto che segnalai Hazard e non riuscirono a prenderlo”.
Ci arriviamo al periodo bianconero, Castagnini. Intanto, racconti, come e dove notò il giovanissimo Nainggolan?
“Era il 2005, mi feci un giro in Belgio e vidi questo ragazzino in una squadretta locale. Lo presi subito perché aveva qualità tecniche importanti. Faceva il trequartista, ma con l’esplosività del centrocampista puro. Non a caso, a Piacenza lo provammo in tutti i ruoli della mediana. Il primo anno si trasferì con la formula del prestito, poi lo riscattammo dopo due anni per una cifra vicina ai centomila euro”.
Le prime doti che la colpirono di Radja?
“Il piede educato, il baricentro basso e due gambe straordinarie. In più, se ci fate caso, lui sbaglia pochissimi passaggi nei novanta minuti. Ha una continuità di rendimento impressionante. Senza contare che è un ragazzo adorabile, si fa volere bene”.
Che valore aggiunto porta al centrocampo di Garcia?
“Radja può dare ulteriore peso e qualità alla squadra. Assolutamente non è una riserva. È un calciatore sul livello dei suoi colleghi di reparto: De Rossi, Pjanic e Strootman. Può fare sempre meglio. Quando parlo di lui sono di parte, ma è un grande interprete del ruolo. Le racconto un retroscena…”.
Prego.
“Nel mio periodo alla Juventus cercai di portarlo a Torino, ma non mi presero in considerazione. Ne parlai un giorno con Secco e Blanc, ma non furono convinti dell’operazione. Peccato, e pensare che all’epoca potevano fare altri grandi affari su mie indicazioni”.
Hazard, giusto?
“Esatto, lo notai con il Lille: mi conquistò perché tirò un rigore a cucchiaio con grande personalità in una finale. E poi James Rodriguez, il colombiano ora al Monaco. Si potevano prendere a costi ragionevoli, ma in quel momento non c’erano grandi risorse a disposizione”.
Sui giovani talenti, anche stranieri, sta lavorando forte la Roma.
“Già, la Roma ha un bacino straordinario per pescare giocatori nel suo territorio. E poi lavora bene, a livello qualitativo è il miglior settore giovanile d’Italia. Ogni volta che vedo partite, la Roma ha un’ottima base. E poi si sta muovendo con abilità anche fuori dall’Italia, complimenti davvero a Sabatini e al suo staff”.
Fonte: As Roma Membership