Antonio Conte questa mattina ha incontrato i giornalisti a Vinovo alla vigilia della gara di domani contro la Roma. Ecco riportata da tuttojuve.com la conferenza stampa del tecnico bianconero:
Visto che la situazione della Roma è sicuramente difficile, sia dal punto di vista degli infortuni, sia dal punto di vista mentale. Che tipo di Roma ti aspetti?
“Mi aspetto la solita Roma, anche perchè la Roma è una squadra che ha un’idea di gioco e quindi porterà avanti sempre quel tipo di idea di gioco, tra virgolette. E’ una squadra che a me piace molto per come gioca a calcio. Diciamo, tra virgolette, che mi aspetto una Roma aggressiva, una Roma che vuole giocare, una Roma che cercherà di fare la partita come ha sempre fatto nelle gare precedenti, compresa quella con la Fiorentina, quando anche in dieci ha condotto le danze. Onestamente, anche in dieci, a Firenze, la Roma ha fatto un’ottima partita. E’ inevitabile che chi deve giudicare guarda sempre il risultato: il risultato parlava di un 3-0 e quindi è tutto da buttare, tutto da distruggere; invece chi guarda la partita con gli occhi dell’allenatore vede una squadra che ha un concetto di gioco, vede una squadra che ha fatto benissimo e sono convinto che se non ci fosse stata l’espulsione di Juan, visto come era iniziata la partita, forse sarebbe andata in maniera molto ma molto diversa la partita a Firenze”.
Hai già deciso chi gioca al posto di Vucinic? E poi se veramente non conta nulla chiudere al primo posto l’anno solare…
“C’è ancora un allenamento. Visto che c’è stata una partita di Coppa Italia, non è che abbiamo avuto tutto questo tempo per provare la formazione anti-Roma. Quindi dipenderà molto da oggi, dall’allenamento di oggi, anche se è inevitabile che qualche idea uno se la deve anche iniziare a fare sulla formazione da proporre a Roma. Per quello che riguarda la seconda domanda, penso di aver risposto nella precedente conferenza, quando ho detto che lo step nostro che dovevamo raggiungere e che mi ero prefisso era quello di riacquistare la stima nei confronti dei tifosi e nei confronti dei nostri avversari. Questo è lo step più importante che noi abbiamo raggiunto e quello che a me premeva. Penso che comunque fino a Natale questo step nessuno ce lo possa togliere”.
Volevo chiederti Antonio se ci sono delle analogie tra te e Luis Enrique o se voi portate avanti delle filosofie completamente diverse…
“Io penso che chi giudica, in questo caso gli addetti ai lavori…. dovreste essere voi e non certo io dare questo tipo di risposta, nel senso che vedete le partite, vedete che tipo di partita fa la Juventus, vedete che tipo di partita fa la Roma. E’ inevitabile che siamo due allenatori che vogliono fare la partita. Sono due squadre che assieme al Milan hanno il maggior possesso palla di tutto il campionato, quindi comunque basta questo per parlare di analogie molto molto simili. E’ inevitabile che ognuno ha la propria filosofia, però penso che ci accomuni la voglia di giocare a calcio, questo sicuramente. Poi spesso e volentieri, ripeto, si pensa che il calcio sia matematica e che in base al risultato uno stia facendo un buon lavoro ed uno stia facendo un cattivo lavoro. Io dico che Luis Enrique sta facendo un ottimo lavoro, al di là dei risultati, che comunque, sappiamo benissimo, sono importanti nel calcio italiano; però bisognerebbe un pochino anche andare un po’ più in là del risultato. L’ho detto già nelle precedenti conferenze quando dopo il primo tempo di Napoli, dopo il 2-0, tutti quanti hanno pensato ‘si è sbagliata partita, si è sbagliato modulo, si sbagliata squadra’; con lo stesso modulo, con lo stesso atteggiamento, nel secondo tempo la squadra ha cambiato la partita, quindi secondo me bisogna andare anche al di là del risultato spesso e volentieri, e vedere se c’è un concetto, se c’è un’idea di gioco, se c’è comunque il lavoro dell’allenatore. Io penso che questo lo ritrovo in …. cioè, io ho visto la Roma, io ritrovo la mano dell’allenatore e questo è importante. Averne di allenatori così, ecco”.
Se non chi, puoi dirci quanti sono i giocatori candidati a sostituire Vucinic?
“(ride, ndr). Vediamo, vediamo. Nella mia idea dovrebbero essere due, potrebbe allargarsi a tre, o potrebbe essere uno solo. 1X2 (ride, ndr)”.
E’ più facile pensare a un esterno sinistro puro o è più facile adattare un attaccante come successo con Vucinic? Almeno una…siamo al terzo tentativo…
“(ride, ndr) Sì, ma tu mi stai dicendo ‘fai giocare la punta o fai giocare l’esterno?’. No… vediamo, ci sono sempre degli equilibri da valutare in tutto e per tutto e quindi faremo le opportune valutazioni e sceglieremo il calciatore più adatto. Tanto alla fine, il calciatore più adatto sarà che se facciamo risultato ho azzeccato il calciatore, se non facciamo risultato ho sbagliato il calciatore, quindi è matematica”.
Dopo il gol di Giaccherini hai esultato in maniera un po’ strana, l’altro giorno. Questo significa che questo giocatore ha risposto a quelle che erano le tue aspettative? Il giocatore era stato un po’ sottovalutato dalla critica…
“C’era prima una pubblicità che diceva: ‘toccatemi tutto, ma non… un orologio’. Toccatemi tutto ma non i miei giocatori. Quindi, quando leggo critiche che non stanno nè in cielo nè in terra nei confronti di… diciamo di alcuni Giaccherini – perchè Giaccherini è un cognome normalissimo – vado su tutte le furie. Quindi quando mi toccate i calciatori è un problema. Toccatemi tutto, ma non toccatemi i calciatori. Toccate me, toccate chi volete, ma non toccate i calciatori perchè i calciatori sono… (ride, ndr)…sono troppo giovane per dire figli, ma sono miei fratelli, è anche di sangue. Questo era riferito a ciò che avevo sentito e che era ingiusto nei confronti di un giocatore che ha sempre grande disponibilità, un giocatore che secondo me ha ottime qualità, però siccome viene dall’interregionale, dalla C1, si pensa che sia un pedalatore, che non abbia le qualità; invece Giaccherini è un calciatore che ha dimostrato sin da subito di poterci dare una mano. E quindi ripeto, toccatemi tutto, ma non i calciatori. Andate su di me, ma non sui calciatori perchè i calciatori per me non devono essere toccati”.
Roma-Juventus è una classicissima. Tu l’hai vissuta negli anni in cui vi contendevate qualcosa di importante. Hai qualche aneddoto particolare? La vivi in modo particolare?
“Ma guarda…io in tante sfide c’ero (ride, ndr). C’ero quando Francesco Totti ci fece il segno con la mano, quando Cassano si mise ad esultare… tutti in cerchio con la piscina, che si tiravano l’acqua; quindi mi sono trovato in tutte le situazioni positive e negative. Roma è sempre un banco di prova probante, perchè è sempre una partita molto sentita, contro una grande squadra, in cui comunque abbiamo sempre avuto delle difficoltà importanti, perchè l’Olimpico, il tifo della Roma, è un dodicesimo uomo in campo, un po’ quello che succede anche da noi, allo Juventus Stadium. Sarà una partita importante, sotto tutti i punti di vista. Noi dovremmo essere molto preparati a capire la spigolosità della partita, le difficoltà che andremo ad incontrare, perchè ci saranno delle difficoltà quando loro avranno il possesso palla; dovremmo essere poi bravi noi quando avremo il possesso palla, ecco”.
Che risposte hai trovato dalla partita di Coppa Italia? La risposta fisica l’abbiamo vista noi perchè sono stati 120 minuti ad altissima velocità, ma tu che risposte cercavi e che risposte hai trovato a livello di alternative ai teorici titolarissimi?
“Partiamo dal presupposto dell’aspetto fisico, che è stata una risposta importante. Questo fa capire quanto io ed il mio staff di lavoro ci adoperiamo sia su chi gioca, sia su chi non gioca, perchè se non fosse stato così, sicuramente, una partita di 120 minuti, a quei livelli – perchè è stato un crescendo da parte nostra – non l’avremmo fatta. Quindi, ringrazio il mio staff, ringrazio la disponibilità dei calciatori, perchè anche quelli meno impiegati, se si trovano in queste condizioni fisiche, è perchè comunque si sono allenati da professionisti. Ma io questo l’ho sempre detto: il grande segreto di questo gruppo, di questa squadra, è sicuramente la grande disponibilità dei miei calciatori. Per quanto riguarda le risposte è inevitabile che ho cercato di dare spazio a tutti i ragazzi che fin adesso ne avevano avuto poco. Mi è piaciuta molto la prova di Marrone, che io ho avuto a Siena l’anno scorso e ha dimostrato di essere un calciatore buono per il presente e sicuramente anche il futuro sarà suo. Però è un calciatore già pronto per il presente, questo è molto importante. Chi veniva da infortuni ha dimostrato comunque di essere in scia e quindi di essere a disposizione. Le risposte sono state risposte importanti. Come ho detto, quello che non mi è piaciuto è stata la parte centrale del primo tempo, quando abbiamo inspiegabilmente abbassato i ritmi ed il Bologna è venuto fuori. Poi abbiamo chiarito subito le cose alla fine del primo tempo e nel secondo tempo c’è stato poi di nuovo un atteggiamento giusto, una voglia giusta e si è fatto quello che si doveva fare. Ecco, tornando a ieri, per farvi capire le difficoltà e quanto è difficile questo campionato, io ho visto la partita Palermo-Cesena: il Palermo veniva da sei partite vinte su sei giocate in casa, quindi con una forza d’urto in casa importante; ieri il Cesena è andato a vincere a Palermo. Il Cesena in casa nostra ha avuto difficoltà. Ma hanno avuto difficoltà perchè siamo stati bravi noi a metterli in difficoltà; non penso che il Cesena sia venuto a Torino con un atteggiamento rinunciatario come magari qualcuno ha pensato o ha detto. E’ la dimostrazione della difficoltà del campionato. E a volte anche quando le partite, tra virgolette, sulla carta, sembrano facili, partite facili non sono. Perchè una squadra come il Cesena, prima di venire a Torino, aveva vinto in casa col Genoa, aveva vinto col Bologna, e ieri è andata a vincere in casa del Palermo”.
Tornando alla gara di Coppa Italia, credi che la crisi – chiamiamola crisi – di un giocatore come Krasic sia psicologica oppure c’è dell’altro. Poi volevo chiederti un giudizio su Elia, che tu tempo fa avevi bacchettato facendogli capire che si doveva mettersi un po’ in pari velocemente col gruppo. Come l’hai visto? E’ sembrato un po’ in difficoltà all’inizio e poi è cresciuto…
“Guarda, per quello che riguarda Milos, niente da obiettare sull’impegno, su quello che ha fatto, su quello che ci ha dato. Lui si sta impegnando molto per cercare di rimettere tra virgolette in discussione le mie scelte, come è giusto che lui debba fare e come è giusto che facciano gli altri. E’ un calciatore che si sta impegnando e questo mi piace. Debbo dire che la prestazione di Milos a me non è dispiaciuta, perchè ci ha messo grande impegno, grande volontà, grande voglia; non era un giocatore che tra virgolette sembrava dovesse farci un favore, anzi: lui ha fatto una partita di grande impegno, di grande volontà e questa è la strada giusta da parte sua. Così come la strada giusta è quella di Elia. La strada giusta è quella del lavoro, del cercare di integrarsi quanto prima a quello che facciamo, a quella che è l’idea di gioco della squadra, a quella che è la mentalità della squadra. Noi cerchiamo questo, ma non è che io lo cerco da Krasic, lo cerco da Elia, io lo cerco da tutti; questo deve essere sicuramente un punto in comune per tutti i calciatori”.
Fonte: tuttojuve.com