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REPUBBLICA.IT Luis Enrique tra Juve e futuro ”Dimissioni? Mai dire mai”

Luis Enrique

Un po’ provato, anche “stanco”, per sua stessa ammissione. Difficile non esserlo dopo una settimana come questa: la sconfitta di Firenze, digerita malissimo dall’ambiente e con ripercussioni – le tre espulsioni di Juan, Gago e Bojan  –  che graveranno anche sul match di domani, contro la Juventus capolista. Abbastanza per mettere i brividi alla Roma di oggi. E far correre cattivi pensieri nella mente dell’allenatore.

“Dimettermi? Mai dire mai”. Risponde così Luis Enrique a chi gli chiede se nel proprio dizionario esista quella parola, “dimissioni”, di cui nelle ore dopo il viaggio fiorentino si era parlato insistentemente: “Che io e il mio staff lavoriamo bene è sicuro. Poi nel calcio valgono solo i risultati. Non so cosa succederà, non m’interessa quello che non riguarda il risultato”. Tutt’altro che una chiusura all’ipotesi di un addio. Anche perché basta sfiorare l’argomento di esclusioni illustri – ad esempio quella di Borriello, fuori dal 26 ottobre – per far scattare l’insofferenza del tecnico: “Sono stanco, le cavolate che interessano a voi non mi riguardano. Io devo pensare al gruppo, a ricordare che la squadra viene prima delle questioni personali. Sono stanco di sentirmi chiedere perché gioca questo o non gioca l’altro”. Ma Luis non si nasconde dalla critiche, anzi: “Quando le cose non vanno bene è normale cercare il colpevole. E io se le cose non vanno sono il massimo responsabile. Ma quella di Firenze è una partita che mi rinforza. La squadra in inferiorità continuava a fare la sua proposta, anche se poi ha pagato il conto”.

Una Roma rinforzata, allora, nonostante le assenze, di cui però l’allenatore asturiano non vuole sentire parlare: “Non mi preoccupa il rischio di finire nel baratro. In campo sarà la Roma comunque, perché la maglia e lo stemma saranno gli stessi”.

Roma forte della fiducia dell’allenatore, ma costretta ad affidare il proprio destino e – chissà – anche quello del proprio tecnico alla squadra più in forma del campionato. Luis Enrique lo sa: “La Juve è fortissima. Una partita difficile come quella con il Milan”. Quando l’allenatore disse che la Roma non avrebbe mai potuto vincere. Domani, non sarà troppo diverso: “È una squadra che non ha mai perso, o siamo la nostra migliore versione o sarà difficile”. La ricetta dell’allenatore è semplice a parola, ma non certo agevole da applicare sul campo: “Giocheremo senza paura, non devi mai avere paura. Dobbiamo solo giocare a calcio e cercare di mettere in difficoltà una squadra fortissima. Possiamo battere la Juventus e non lo ha ancora fatto nessuno, per noi deve essere uno stimolo. Non vincerà chi farà un gol in più, ma chi farà meglio la fase difensiva. Conterà mettersi a disposizione della squadra, fare il lavoro difensivo”. Intanto, il tecnico deve registrare una squadra in emergenza, che dovrebbe ritrovare Totti dal primo minuto, in coppia con il rientrante Osvaldo e uno tra Borriello e Lamela, alle prese con un problema intestinale, ma che dovrà fare i conti con il probabile inserimento a centrocampo del giovanissimo Viviani, causa lo spostamento di De Rossi al centro della difesa. Inevitabile, con le assenze di Juan, Kjaer e quella provabilissima di Cassetti: “Ma ancora non è sicuro che mancherà”, spera Luis. Che, intanto, risponde ai complimenti di Conte celebrando la Juventus di questi mesi: “Fanno una fase difensiva incredibile e una fase offensiva velocissima. L’allenatore, bravissimo, ha fatto capire ai giocatori che per vincere devono lottare in entrambe le fasi. Vedete Pirlo, che fa giocare una squadra da solo. Poi Marchisio, Pepe, Vidal, Estigarrbia… E’ una squadra in tutti i termini”. La Roma ancora no, probabilmente: “La responsabilit è solo la mia, Non è facile dopo due sconfitte ma continuiamo a lavorare sulla strada che ritengo giusta, questo mi da fiducia e mi fa pensare che ne valga la pena“. Il rischio, è che Luis inizi a chiedersi fino a quando.

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