(E. Sisti) Povero Napoli, che momento. Così inaspettato che neppure Rafa Benitez, che si sentirà come se lo avessero appeso a testa in giù sopra il cratere del Vesuvio, riesce a dire qualcosa di stimolante: «Stasera sarà difficilissima». Nemmeno le statistiche possono consolare la sua squadra: solo una volta, 52 anni fa, il Napoli è riuscito a estromettere la Roma dalla Coppa Italia e dei 14 incontri fin qui disputati, dal 1958 al 2006, fra andate, ritorni e partite secche, ne ha vinti soltanto 2 perdendone ben 10.
Ricordando che in campionato, nel primo tempo, il Napoli mise paura alla Roma, il tecnico spagnolo chiede aiuto a quel briciolo d’entusiasmo che può ancora covare nel cuore dei suoi, specie in quelli di fresca nomina come Jorginho (escluso però dalla lista di Europa League): «Il modulo? Il 4-2-3-1 è quello con cui sappiamo esprimerci meglio». Non sempre, a quanto pare. Se il Napoli è appeso alle sue fragilità, rese ancora più evidenti dal rovescio di Bergamo, la Roma, che domenica ha fra l’altro giocato appena dieci minuti, sta vivendo la sua seconda giovinezza, addirittura più autorevole e fisicamente più impressionante della prima, perché oltre alla qualità c’è anche l’accresciuta esperienza comune (la sconfitta contro la Juventus s’è rivelata ininfluente sotto il profilo psicologico): «Siamo gente matura dentro e frizzante fuori, un gruppo con una mentalità vincente», esclama Rudi Garcia, che è il ghostwriter del romanzo giallorosso in cui le frasi più belle, ufficialmente, le scrivono sul campo i giocatori: «A costo di ripetermi: pensiamo a una partita alla volta, ora è fondamentale la Coppa Italia, da giovedì lo sarà il campionato (domenica c’è il derby, ndr). Senza contare che stasera conterà anche non prendere gol, quindi attenzione massima ad ogni dettaglio. Sarebbe bello chiudere la qualificazione dopo 90 minuti. Solo un rischio: pensare che il Napoli ci sia inferiore perché è sei punti dietro…».
E se Benitez sta ancora cercando i suoi uomini leader («ne ho almeno tre o quattro, ma devono ancora dimostrarlo »), la Roma sa che può contare su Totti («che va solo gestito dal punto di vista delle energie»), su Strootman, che è un pilastro, su Gervinho, che è imprendibile, e adesso anche su Nainggolan che in Belgio scrivono «essere il centrocampista perfetto per Garcia ». Gente tutt’altro che comune. Mentre Benitez non ha ancora deciso se mettere dentro contemporaneamente Mertens, Higuain, Callejon e Hamsik, Garcia non ha dubbi su chi schierare. Potrebbe essere solo tentato, in ottica derby, di far partire Totti dalla panchina (con Destro al suo posto). Ma non è detto e così il tecnico preferisce depistare e confondere le idee (lui le ha molto chiare): «Se è al 100% Francesco con me giocherà sempre». La parola al campo. Ma ecco il punto dolente: il prato dell’Olimpico, fiaccato dall’acqua, potrebbe non essere ancora a posto. Stasera dovrebbe ricominciare a piovere pesante. E i giardinieri dell’impianto non assicurano niente…