(F.Balzani) Ci pensa Gervinho. Il leit motiv all’Olimpico non cambia e dopo la magia con la Juve, l’ivoriano si ripete allo scadere di una semifinale d’andata col Napoli pirotecnica salvando la Roma da un pareggio che sapeva di sconfitta. La squadra di Garcia ha giocato una partita dai due volti: implacabile e cinica nel primo tempo, sciupona e disattenta nella ripresa. L’aveva sbloccata proprio Gervinho (dubbio fuorigioco) con un gol da bomber di razza su assist-magia di Totti, il raddoppio era arrivato con un bolide all’incrocio di Strootman dai 30 metri. Poi la papera di De Sanctis su un tiro di Higuain deviato da Benatia e le tante occasioni sprecate da Ljajic e compagni. Il gol di Mertens è una doccia fredda, ma a scaldare l’Olimpico ecco di nuovo le treccine nere di Gervinho che rendono il viaggio tra 5 giorni al San Paolo comunque difficile.
«Una vittoria importante, ora ce la dobbiamo giocare San Paolo – ha detto De Rossi – Abbiamo preso un gol rocambolesco e non abbiamo risposto benissimo. Dopo il 2-2 però potevamo crollare e invece abbiamo fatto capire che abbiamo mentalità e l’abbiamo vinta una seconda volta. Con questo allenatore è cambiata la testa». Applausi anche al Napoli: «Dovrebbero essere tutte così le partite in Italia, spesso invece gli avversari si chiudono in area 90’». Un bello spettacolo anche davanti a Zeman, seduto in tribuna. Garcia la pensa come Capitan Futuro: «La priorità era vincere anche se era meglio non prendere gol in casa. Per vedere una partita così bella bisogna avere due squadre che vogliono giocarla. È uno spot per il calcio. Gervinho? Il campo parla, può anche migliorare. Strootman invece è come una lavatrice. Il loro primo gol è arrivato su un nostro errore e dopo abbiamo avuto un calo psicologico, ma nel finale abbiamo reagito. Vogliamo sempre vincere. Andremo a Napoli con due risultati su tre per fortuna». Prima però c’è il derby.