(U. Trani) – La stangata prevista è arrivata. Addirittura più pesante, circostanziata. E,va detto subito,sarà dura per la Roma difendersi. Il giudice sportivo Tosel è subito intervenuto, appena ricevuti i referti degli uomini della Procura della Federcalcio relativi alla partita di mercoledì sera, e ha chiuso, per le prossime due partite, entrambe le curve dell’Olimpico per i cori contro i napoletani. Cancelli sbarrati nella Nord e nella Sud sia il 16 febbraio perla gara contro la Sampdoria che il 1˚marzo per quella contro l’Inter. La norma applicata è quella sulla discriminazione territoriale che i presidenti dei club italiani vorrebbero cambiare. In un paese dove il Parlamento propone esternazioni spesso peggiori di quelle che sentiamo negli stadi, è il momento di capire come risolvere il problema. Che non può essere solo il Napoli, offeso ogni volta che si mette in viaggio, come dimostrano i provvedimenti recenti, cioè la chiusura delle curve del Verona e del Bologna dopo le visite della squadra di Benitez rispettivamente il 12 e il 19 gennaio. Non c’è scala per le sanzioni. Mancano di sicuro misure diverse dalle ultime, per gli altri insulti che durante le partite si ascoltano dalle curve.Ovunque.
LEGALI AL LAVORO La Roma proverà a opporsi alla doppia squalifica (per i cori nelle due gare contro il Napoli, il 18 ottobre in campionato e mercoledì sera in Coppa Italia). E ha già presentato un preannuncio di reclamo. Con richiesta d’urgenza. Per avere un’udienza anticipata davanti alla Corte Federale giovedì prossimo (o venerdì) e far valere le sue ragioni. Così entro stasera riceverà tutti gli atti. Cioè le motivazioni del giudice sportivo e i referti degli uomini della Procura federale presenti mercoledì all’Olimpico. Una volta esaminata la documentazione, quasi certamente farà ricorso contro il provvedimento. I legali del club giallorosso sono consapevoli di quanto sia complicato riaprire le due curve. Tre sono i motivi a inquietare la Roma: 1) i precedenti di Verona e Bologna; 2)i cori in casa, cioè nel proprio stadio e con la partecipazione del proprio pubblico; 3) le offese, stavolta facilmente percepibili, reiterate due volte e da entrambe curve, senza che il resto del pubblico intervenisse con fischi di disapprovazione o comunque dissociandosi.
FILE AUDIO COME PROVA Ieri, però, gli avvocati hanno cominciato a studiare le contromosse, ascoltando con attenzione l’audio della partita e ricostruendo quanto accaduto al momento dei cori discriminatori. A quanto pare ce ne sarebbero altri, partiti dal settore ospiti contro i romani(sti). Gli uomini di Pallotta, inoltre, contestano che la chiusura riguardi due gare di campionato e non quelle di Coppa Italia. Il regolamento,però, parla genericamente di seconda partita di un torneo ufficiale. Comunque i legali approfondiranno la questione. La Roma, essendo perennemente in diffida (e in questa stagione già punita: vietato l’accesso in curva Sud contro il Verona il 1˚ settembre), è addirittura a rischio di sanzione superiore: chiuso l’Olimpico, in tutti i settori.
PROVVEDIMENTI ANNUNCIATI Riportiamo, quasi integralmente, il comunicato della Lega calcio in cui viene ufficializzata la decisione del giudice sportivo su quanto accaduto nella prima semifinale di Coppa Italia: «Durante il controllo gara i tre rappresentanti della Procura si disponevano come segue: uno al centro del campo tra le panchine, uno verso l’angolo tra Curva Sud e Monte Mario e l’altro fra Curva Nord e Monte Mario. Tutt’e tre percepivano in modo chiaro e forte il coro – lavali lavali lavali col fuoco o Vesuvio lavali col fuoco – intonato dai tifosi romanisti della Curva Sud intera al 15˚ del primo tempo e al 46˚del secondo tempo.Analogo coro proveniente dalla Curva Nord, al 2˚ del primo tempo veniva percepito chiaramente dai due rappresentanti situati verso la Curva Nord e al centro del campo. Identico coro intonato al 30 ˚del secondo tempo veniva percepito dal rappresentante più vicino alla Curva Sud e interessava l’intera curva »;«ritenuto che la condotta dei sostenitori dell Roma integra inequivocabilmente gli estremi del“comportamento discriminatorio per motivi di origine territoriale”, rilevante ai fini sanzionatori per la sua “dimensione”, coinvolgente una rilevante parte degli spettatori occupanti i settori denominati Curva Nord e Curva Sud, e per la sua“percettibilità reale”,puntualizzata dai collaboratori della Procura federale; «considerato che di tale comportamento dei propri sostenitori la Roma deve rispondere a titolo di responsabilità oggettiva… »;«rilevato che la Roma è già incorsa nella medesima violazione (gara Roma-Napoli del 18 ottobre 2013), in merito alla quale l’esecuzione della consequenziale sanzione era stata sospesa»; «delibera di sanzionare la Roma con l’ammenda di 50.000 euro e con l’obbligo di disputare una gara con i settori denominati “Curva Sud e Curva Nord” privi di spettatori, disponendo la revoca della sospensione della sanzione disposta con provvedimento del 21 ottobre 2013».Oltre ai 50.000 euro per i cori contro i napoletani, il club giallorosso ne dovrà pagare anche altri 30.000 per i petardi lanciati nel recinto di gioco e i bengala nel settore ospiti.