(M. Ferretti) «Il derby non si gioca: il derby si vince», disse Rudi Garcia alla vigilia della sfida di settembre contro la Lazio. Segno che per il tecnico francese il derby non è e non sarà mai una partita come le altre. Facile ipotizzare, quindi, che la stia preparando con un pizzico di attenzione in più rispetto al solito. Anche perché domani Rudi affronterà (indirettamente) per la prima volta Edy Reja, che in occasione del derby d’andata se ne stava a casa a guardare la tv. Sfida inedita, insomma; l’ennesima per l’ex allenatore del Lille. Sa, Garcia, che la Lazio attuale è molto diversa (nel gioco, negli uomini e nello spirito) da quella affrontata e battuta cinque mesi fa e da mercoledì sera in poi ha sfruttato ogni minuto per preparare la Roma all’appuntamento di domani.
UNA SCELTA TECNICO-TATTICA Conoscendolo, Rudi non cambierà il sistema di gioco della Roma anche se di fronte non avrà più una Lazio sistemata con il 4-1-4-1 come ai tempi di Vlado Petkovic ma un avversario (forse) con la difesa a tre/cinque e due trequartisti a supporto dell’attaccante centrale. Rudi sta lavorando sia su una Lazio a tre dietro sia a quattro. Ma, nonostante tutto, domani la Roma non mollerà il suo collaudato 4-3-3 e non modificherà la sua voglia di fare la partita. Ecco perché, se darà a Garcia sufficienti garanzie di tenuta, sarà Pjanic a partire titolare a centrocampo. Lui e non Nainggolan, meno portato del bosniaco alla costruzione qualitativa del gioco. Come detto, però, Miralem non sta bene, il ginocchio continua a dargli fastidio e così, anche pensando alla partita di Coppa in casa del Napoli (Radja Nainggolan squalificato), potrebbe cominciare dalla panchina. E la cosa non sarebbe una novità, visto che non gioca titolare (escludendo Roma-Parma) dalla partita contro il Livorno, 18 gennaio. Indipendentemente dalla presenza di Pjanic o Nainggolan, Rudi ha in animo di spedire in campo il Tridente delle Meraviglie, cioè quello formato da Totti- Gervinho-Florenzi.
SISTEMA DI CATENE Il capitano e la Freccia Nera sono al di sopra di ogni dubbio e Florenzi si fa preferire a Ljajic per il maggior contributo che garantisce alla fase difensiva, specie se Reja opterà per due attaccanti esterni e/o la difesa a tre/cinque. Per la Roma, che in fase di non possesso come al solito si sistemerà 4-1-4-1, sarà determinante non solo avere la superiorità numerica in mezzo al campo ma anche poter contare su un’adeguata copertura sulle fasce. Questo vuol dire che Maicon a destra e Torosidis (unica novità rispetto a settembre) a sinistra dovranno avere un contributo tattico-dinamico importante non soltanto dalle due mezzali ma anche dai due attaccanti esterni. Presumibilmente, a destra una “catena” formata da Maicon, Pjanic e Florenzi; a sinistra da Toro, Strootman e Gervinho. Con Totti nelle vesti di regista d’attacco e di primo marcatore della fonte di gioco di Reja. Qualora Rudi dovesse valutare la catena di destra troppo debole, dentro Nainggolan e niente Pjanic.