(S. Montefiori) – Il «metodo Francia » prevede che il Qatar prenda in mano una squadra di grandi potenzialità ma di medie dimensioni e blasone (come il Paris Saint-Germain), la trasformi in un grande club europeo grazie a fondi enormi (150 milioni per la stagione 2012-2013, 200 in quella attuale), e ne faccia la vetrina di un impegno globale, che va dal grande albergo Royal Monceau ai magazzini Printemps a investimenti immobiliari e industriali in Francia per un totale di 15 miliardi di euro. Con le dovute proporzioni, il metodo inaugurato dagli emiri del Qatar a Parigi potrebbe presto essere applicato al Cagliari, e alla Sardegna, perché il presidente Massimo Cellino ha annunciato di avere ormai ceduto la squadra. Non dice a chi, ma è noto che da settimane era in trattative con la dinastia Al Thani, che (con il marchio Qatar Airways) è sponsor del Barcellona e proprietaria del PSG.
«Ventidue anni sognando l’impossibile — ha scritto Cellino in un sms al Corriere dello Sport —. Sono un povero romantico sognatore, scusatemi se non ci sono riuscito. Ho praticamente venduto il Cagliari, ora quando i legali dei compratori avranno assicurazioni dal sindaco dove disputare le partite firmano e pagano anche domani. Sono brava gente, ma ho paura che si “sbrunchino” (che si scontrino, ndr) con la nostra triste realtà. Notte». Cellino evoca il problema dello stadio, che da tempo rende complicato il rilancio della squadra. Il vecchio contenzioso di Cellino con il comune ha fatto rinviare la riapertura del Sant’Elia, e costretto il Cagliari a giocare lontano dalla città anche le partite in casa, dopo la stagione all’impianto «Is arenas » di Quartu Sant’Elena.
Manca la conferma ufficiale, ma a Parigi le indiscrezioni sembrano confermare che l’acquirente sia la famiglia qatarina che già possiede il PSG. Si parla di un investimento di 80 milioni. La conferma ufficiale potrebbe arrivare dallo stesso Cellino il 14 febbraio prossimo, a un anno esatto dal suo arresto per la vicenda relativa all’agibilità dello stadio «Is Arenas». Ieri peraltro è arrivata la notizia dell’acquisto da parte di Cellino della squadra inglese del Leeds United. «Sono lieto di annunciare che abbiamo chiuso un accordo per il passaggio del 75% della società a Eleonora Sport Ltd (Eleonora è la figlia di Cellino, ndr) — ha detto il presidente del Leeds, Salah Nooruddin —. La GFH Capital e i suoi investitori continueranno a detenere il 25% del club. Rimarrò presidente con David Haigh nel ruolo di Ceo». Il presidente del Cagliari potrebbe usare la cessione della squadra sarda per finanziare l’ingresso in quella inglese.
L’emiro Al Thani troverà nella squadra di calcio uno strumento di immagine da mettere al servizio dei suoi interessi — destinati a crescere — nel porto di Cagliari e nelle strutture turistiche della Costa Smeralda (acquistate nel 2012 per 600 milioni). Si parla di un ingresso al 98% del capitale della squadra di calcio sarda, con il restante 2% ancora in mano a Cellino. Per il Qatar, il Cagliari potrebbe essere l’ennesimo strumento di quel «soft power», il potere di immagine e influenza, che l’emirato esercita con molti mezzi, dalla tv Al Jazeera e lo sport (nel 2022 il Campionato mondiale di calcio si giocherà in Qatar). Ma l’operazione Sardegna dovrà funzionare a tutto campo, tra squadra, stadio, porto di Cagliari e Costa Smeralda. Il precedente del Malaga, in Spagna, è significativo: investimenti ridotti e campioni subito ceduti dopo che la famiglia Al Thani si è vista rifiutare i progetti per uno nuovo stadio e un centro commerciale.