(A. Pugliese) – «È stata una loro scelta, evidentemente all’epoca pensavano fosse giusto così. Lì per lì ci sono rimasto male, speravo mi tenessero. Ma poi ognuno va per la sua strada…». Quando parla di Inter non c’è mai rabbia nella sua voce e nei suoi occhi, ma si percepisce quella voglia sottile di prendersi una dolce rivincita. È lì che aspetta Mattia Destro, pronto a consumare la sua personale vendetta in chi l’ha cresciuto e coccolato, senza però crederci fino alla fine. Un gustoso antipasto, in realtà, Mattia se lo è già regalato ed è quella semifinale di Coppa Italia della scorsa stagione, era il 17 aprile 2013, quando con una doppietta illuminò San Siro di giallorosso, spedendo la Roma in finale e chiudendo le porte a qualsiasi sogno di gloria all’Inter di Stramaccioni.
Addio e dualismo Destro, anche se non lo ammetterà mai pubblicamente, la sua vendetta la sogna e spera che sia il più lenta possibile. Non perché i suoi siano sentimenti di rivalsa, ma proprio perché lì per lì ci rimase male e la visse quasi come una bocciatura, visto che l’Inter lo cedette al Genoa per arrivare a Ranocchia, uno che oggi nello scacchiere difensivo di Mazzarri vive più in panchina che in campo. Mattia, invece, da quella panchina punta ad alzarsi sempre di più, nonostante il dualismo con un totem come Francesco Totti, e lo sta cercando di fare a forza di gol. «Io penso soltanto a segnare, quello è il mio mestiere, poi alla fine della stagione tirerò le somme e si vedrà», ha detto dopo la vittoria casalinga con la Sampdoria. Per ora di gol ne sta segnando e anche molti, se si pensa che in poche partite (10) è già diventato il miglior marcatore giallorosso, con una percentuale realizzativa del 42,9% (6 gol su 14 tiri totali, di cui 10 nello specchio della porta), un gol ogni 28 palloni toccati.
In attesa del salto Stasera però Totti non ci sarà (rientro previsto per domenica a Napoli) e toccherà ancora a Mattia guidare l’attacco giallorosso, cercando con un gol di cancellare anche il vuoto delle curve. «Destro ha avuto un approccio difficile, ora siamo soddisfatti ma ha ragione Garcia: può e deve migliorare», ha detto dopo Bologna il d.s. Walter Sabatini, che poi è tornato così sul dualismo con Totti: «Non esiste, possono anche giocare insieme, ma Mattia deve abituarsi a questa competizione, i grandi calciatori non hanno paura di nulla ». Ecco, il punto è questo: Mattia deve fare il salto di qualità definitivo, credere ciecamente nelle sue qualità, non buttarsi giù se le cose non vanno per il verso giusto. Del resto, ha già sconfitto un inferno di 9 mesi, nato dall’infortunio del 26 gennaio di un anno fa, proprio contro l’Inter. Se riuscirà a fare quel salto di qualità, allora la vendetta sarà davvero tale. Per ora, però, probabilmente in cuor suo si accontenterebbe anche solo di un altro gol. Magari ancora decisivo…