(G.Piacentini) Daniele De Rossi avrebbe fatto volentieri a meno di tutto questo clamore. Il centrocampista è finito ancora una volta al centro delle polemiche per il «gancio» rifilato all’interista Icardi, che non è stato visto dall’arbitro Bergonzi ma dalle telecamere. Cesare Prandelli, anticipando di fatto la decisione del giudice sportivo, che arriverà oggi, lo ha escluso dalla Nazionale in nome di un codice etico che viene utilizzato a singhiozzo. Per Daniele è la quarta esclusione: ci era già passato dopo la gomitata a Srna in Shakhtar-Roma di Champions League (8 marzo 2011), un colpo a Bentivoglio in Bari-Roma (1 maggio 2011) e il pugno a Mauri nel derby dell’11 novembre 2012. Lo stesso metro non è stato utilizzato per Balotelli dopo gli insulti ai tifosi del Cagliari o quelli all’arbitro Doveri al termine di Fiorentina-Milan.
De Rossi, ovviamente, non l’ha presa bene. Ha la coscienza tranquilla per un intervento che reputa normale e del quale lo stesso Icardi non si è lamentato. Soprattutto si rende conto che nei suoi confronti si calca spesso la mano. Non gli ha fatto piacere essere messo in testa a tutti i notiziari sportivi come se fosse un pugile e non uno dei calciatori più importanti del campionato italiano. La Roma, se possibile, l’ha presa ancora peggio: Daniele non sarà multato e, qualora arrivasse la squalifica da parte di Tosel, la società è pronta a presentare ricorso. Negli ultimi tempi sono stati molti gli episodi non sanzionati: dalla tirata di capelli di Chiellini nei confronti di Cavani nello scorso campionato fino al pugno di Candreva a Torosidis nell’ultimo derby. Gli unici «contenti» sono stati i tifosi romanisti: «boicotta la nazionale» è uno degli hashtag più in voga sui social network, mentre altri, irripetibili, hanno come protagonista Cesare Prandelli. «Meglio così, almeno si riposa » è il pensiero più in voga. Se arriverà la squalifica, purtroppo, ne avrà tutto il tempo.