(V. Meta) – L’hanno visto tutti. Che la Roma gioca a calcio meglio di tutte le altre, che non avrà bisogno dei preliminari per andare in Champions, che ha un Capitano immenso e in gran forma, considerazione quest’ultima che avrà fatto piacere al preparatore atletico di Prandelli, in tribuna al Bentegodi. L’hanno visto tutti, anche se non c’era bisogno di una partita mandata in archivio prima dell’intervallo. L’hanno visto tutti e lo vedranno ancora perché il bello deve ancora venire.
E allora anche il 2-0 al Chievo firmato Gervinho e Destro (a proposito, otto gol in quattordici partite) diventa poco più di una formalità buona per mandare un messaggio al Napoli, casomai da quelle parti qualcuno non l’avesse visto bene: per il secondo posto non c’è da farsi illusioni. Rispetto alla sfida con l’Udinese, Garcia cambia solo i terzini: a destra torna Maicon, a sinistra Romagnoli si riprende la maglia da titolare vincendo il ballottaggio con Torosidis. Confermato in blocco il tridente, quello con Totti e Destro in campo contemporaneamente, per tutto il resto c’è Gervinho. Corini, invece, opta per un 4-4-2 con Stoian seconda punta accanto a Paloschi, mentre a fare il quarto a sinistra a centrocampo promuove Lazarevic.
Nell’autunno del Bentegodi, con la colonna sonora esclusiva del settore ospiti, per un quarto d’ora abbondante succede poco o nulla e gli unici sussulti sono i duelli Romagnoli- Stoian, vinti puntualmente dal romanista. Al 17’, la fiammata improvvisa: lancio profondo di Taddei («bellissimo», dirà Garcia), Cesar è in anticipo ma invece di controllare appoggia la palla per Gervinho, che resta freddo e batte Agazzi sull’uscita. Il regalo del Chievo rischia di ripetersi poco dopo la mezz’ora, stavolta per la generosità di Dainelli, che sbaglia il retropassaggio per il suo portiere e lascia spalancato un corridoio per l’inseimento di Destro, invece del tiro v’è un dribbling su Agazzi e a quel punto l’angolo per la conclusione è troppo stretto per trovare altro che l’esterno della rete. Mattia riesce però a rifarsi prima dell’intervallo, sfruttando ancora una grande verticalizzazione di Taddei, che trova l’imbucata giusta per mettere l’attaccante davanti ad Agazzi, controllo, destro sul primo palo e corsa sotto il settore ospiti, il regalo più atteso per i recenti 23 anni. Nel recupero c’è spazio per un destro da lontano di Nainggolan, potente ma fuori bersaglio.
Si ricomincia con Torosidis al posto di Maicon (un problema al ginocchio, niente di preoccupante) e con un Chievo che prova a scuotersi sfruttando la vena del suo migliore in campo, Lazarevic. Suo il bel filtrante che al 5’ pesca Paloschi in area, l’intervento di Castan non è il massimo ma la Roma riesce a salvarsi. Passano quattro minuti e Destro spreca l’occasione per la doppietta calciando abbondantemente a lato sulla grande apertura di Nainggolan. La palla del 3-0 capita poi allo stesso Radja (splendido l’incrocio di Gervinho), anche la sua conclusione non trova la porta. Garcia capisce che la partita può essere controllata senza troppe preoccupazioni e richiama in panchina prima Totti e poi anche Destro, tanto a mandare avanti la serata da incubo della difesa del Chievo c’è sempre Gervinho, che proprio allo scadere sfiora la doppietta con un colpo di testa (bellissimo lo spunto di Pjanic per servirlo) che Agazzi neutralizza con una gran parata di riflessi.
Ultimi applausi per De Sanctis, perfetto sul tentativo di prima intenzione di Pellissier. Tra due giorni si torna in campo all’Olimpico contro il Torino. Non ci sarà Benatia, non per protesta differita per il fallo di Meggiorini all’andata ma per il giallo che ha fatto scattare la squalifica. Ma tanto contro le grandi squadre Ventura tiene a riposo Cerci e Immobile, no?