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IL TEMPO Ora la Champions, poi c’è il futuro

Garcia

(A. Austini) – Una colazione da Champions per arrivare alla cena in santa pace. La Roma si sveglia presto, causa ora legale , e alle 12.30 prova a battere il Sassuolo. Altrimenti più tardi le toccherebbe tifare Juventus nel posticipo contro il Napoli. Una sensazione spiacevole e pure un bel paradosso. La più classica delle trappole – ultimo dei tanti esempi nella storia romanista è il pareggio beffa dell’andata – invita Garcia a tenere alta la tensione. «C’è una gara importante da giocare, la stagione non è finita e tutti dobbiamo restare concentrati. Per ora non abbiamo raggiunto alcun traguardo e il mio compito è fare in modo che i giocatori non abbiano distrazioni».

Operazione non semplicissima, in una settimana in cui si è parlato tanto di stadio e futuro, molto poco di campo e presente. Pallotta è ripartito con una promessa di Rudi: si parlerà del suo contratto a fine stagione, quando la Champions sarà una certezza o una speranza da confermare nel preliminare. Garcia prende tempo e lo conferma senza giri di parole. «Sono sotto contratto e non c’è fretta per risolvere il mio caso. Al termine del campionato ci sarà tempo per parlare di tutto con il presidente e Sabatini. Non solo di contratti e delle possibilità che abbiamo di tenere tutti i giocatori e migliorare la rosa, ma anche della società, di dove vogliamo andare».

Come a dire: è una questione di prospettive. Anche perché il calcio italiano non è esattamente il posto più attraente in questo momento per un allenatore ambizioso e stimato a livello europeo. Garcia ha già dettato una serie di richieste a Pallotta – conferme di Pjanic e Bastos, acquisti mirati in tutti i reparti – e ora vuole sfruttare a suo favore la forza contrattuale che si è guadagnato con i risultati. Non c’è ancora la sua firma, neppure quella del suo «pupillo» bosniaco, «ma secondo me – spiega il francese – non ci saranno problemi per Pjanic. È il suo procuratore che deve parlare con la società. Io non sono preoccupato, ho parlato con Miralem da tanto tempo, lui deve restare concentrato sul campo e lo fa. Delle singole situazioni parleremo più in là. Non c’è quasi nessuno in scadenza e questo vuol dire che non abbiamo fretta di risolvere i casi individuali».

L’unica vera urgenza è quella di blindare il secondo posto. «Dobbiamo essere più che al 100% e giocare come sempre per vincere. Se ci riusciamo, poi qualsiasi risultato di Napoli-Juventus andrà bene». Per superare il Sassuolo la Roma dovrebbe ancora affidarsi al tridente Destro-Totti-Gervinho sempre efficace nelle ultime tre partite. Si prospetta quindi un’altra panchina per Ljajic. «Tutti sono importanti, poi c’è un attacco che ho deciso di far giocare – taglia corto Rudi – e funziona bene. Gli altri devono aiutare la squadra quando entrano, come ha fatto Florenzi contro il Torino». Straordinari in vista per il capitano, che «non ha giocato 90 minuti nelle ultime gare quindi può iniziare. Ma se vogliamo stia bene mercoledì contro il Parma non può finire in campo la partita».

La gestione di Totti finora ha dato risposte abbastanza positive e un gran finale di stagione metterebbe di fronte Prandelli a una bella tentazione. «È una decisione che spetta a lui» si defila Garcia, che poi evita polemiche sull’orario anticipato della partita nella domenica dell’ora legale. «Dobbiamo adattarci, non c’è nulla da fare visti i soldi che mettono le tv nel calcio. Cambia la preparazione della gara, per questo ci siamo allenati due volte alle 11.30 e abbiamo pensato a tutto». Quest’anno la Roma a pranzo – due vittorie su due gare – ha sempre avuto un buon sapore. Oggi scopriremo se a colazione è la stessa cosa.

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