(M. Pinci) – Idealisti, folli, visionari, semplicemente illusi. Il tranquillo campionato di A, da mesi in paziente attesa di celebrare il tris scudetto della Juve è scosso dal rumore di una Roma a cui il secondo posto (quasi) blindato non basta più. Portabandiera del nuovo sogno — o chimera? — a tinte giallorosse, il più insospettabile degli utopisti: il pragmatico Rudi Garcia. Fino a dieci giorni fa non c’era voce a Roma, a partire da quella dell’allenatore, che non parlasse apertamente di campionato chiuso e noioso: chissà che in quelle parole scandite con accento francese non fosse sciolto con furba consapevolezza un pizzico di italica scaramanzia.
Ma in vista della gara di oggi a Cagliari, dopo qualche settimana passata a giocare a nascondino, squadra e allenatore escono allo scoperto sventolando il nuovo manifesto: missione – 5. «Bisogna crederci fino alla fine, non è finita, per niente». Ne è convinto Garcia, che dichiara apertamente l’obbiettivo del weekend: mettere pressione alla Juventus, che in tutta la stagione ha lasciato per strada la miseria di 12 punti. «Faremo in modo che vadano a giocare con un distacco ridotto a 5. E poi vedremo». Alle ansie di rimonta romaniste si mescoleranno in un pomeriggio agitato quelle dei tifosi del Cagliari, prigionieri di un Sant’Elia che anche nello scontro salvezza contro la seconda della classe non avrà che 5mila posti disponibili (respinta ancora l’istanza di ampliamento della capienza), e innervositi dal «restonon resto» di Massimo Cellino. Soprattutto dopo che il presidente rossblù ha vinto, notizia di ieri, la sua battaglia inglese per l’acquisizione del Leeds United: la Football Association aveva imposto lo stop all’operazione, peraltro già definita, a causa della condanna per evasione dell’Iva sul trasferimento della barca a vela “Nelie” dagli States all’Italia.
«Vogliamo un presidente», lo slogan dei sostenitori inferociti. Potrebbe presto accontentarli però il gruppo americano interessato a rilevare il Cagliari. In attesa di stabilità societaria, in Sardegna si accontenterebbero di quella in classifica: contando magari sul peso di un campo diventato tabù inviolabile per i giallorossi da quasi 19 anni: a Cagliari la Roma non passa dal 29 ottobre ‘95. La maledizione però non sembra spaventare monsieur Rudì: «Le statistiche sono fatte per essere cambiate». Insomma, inutile girarci attorno: la Roma spera, o quantomeno vuole continuare a sperare. Florenzi: «Dobbiamo crederci e alla fine vedere cosa dirà la classifica ». A Cagliari, però, almeno all’inizio non ci sarà Totti, fermato da un dolore al quadricipite. Ostacoli sull’obbiettivo: «Ma noi un traguardo lo abbiamo già raggiunto — prova a convincersi l’allenatore — perché abbiamo ridato orgoglio ai nostri tifosi». Basterà?