(V.Meta) Casomai qualcuno credesse ancora al caso. I tre pareggi che erano costati alla Roma la testa della classifica, nel giorne di ritorno si trasformano in altrettante vittorie e la riportano improvvisamente vicina.
La terza vendetta in poco più di dieci giorni si consuma a Cagliari, dove i giallorossi non passavano da diciannove anni: da un Sant’Elia semideserto e in aria di contestazione, la squadra di Garcia torna con un 3-1 a firma unica, quella di Mattia Destro, prima tripletta in Serie A e un cartellino giallo riparatorio che gli farà saltare la sfida di sabato con l’Atalanta.
Magari la notte passata a meno cinque resterà soltanto una notte, ma intanto quello che doveva fare la Roma l’ha fatto. E l’ha fatto benissimo, perché Lopez ci aveva anche provato a bloccare il gioco di Garcia mandando Cossu addosso a Pjanic e richiamando i suoi al pressing per una buona mezz’ora, solo che la Roma al momento è più forte anche di questo. Su un campo dove dal 1995 i giallorossi erano riusciti a vincere solo a tavolino, Garcia si presenta lasciando Totti in panchina e schierando Florenzi nel tridente con Gervinho e Destro. Prima da ex per Nainggolan, l’emozione c’è e si vede, però se ne va prima dell’intervallo, insieme ai fantasmi di una partita bloccata, in cui per mezz’ora la Roma fa una fatica maledetta a costruire senza sbattere sul muro rossoblù. In compenso, però, piovono cartellini pesantissimi: Pjanic, Florenzi, Destro, tutti diffididati. Discutibile il primo, ineccepibile il secondo, riparatorio il terzo, che punisce un’inesistente simulazione di Mattia, che pochi minuti prima era uscito indenne da un reciproco smanacciamento con Astori, di cui si continuerà a parlare.
A spaccare in due il pomeriggio è una cosa talmente bella da far tremare: calcio d’angolo per il Cagliari, solito batti e ribatti in area, alla fine la palla arriva a Pjanic all’altezza della lunetta, il 100% dei romanisti spera che la spazzi via e invece lui alza la testa, vede Florenzi e gliela mette precisa sul piede, ribaltamento di fronte e scambio con Gervinho, che entra in area, viene chiuso da Oikonomou al momento del tiro ma torna sul pallone e mette in mezzo per Destro, tocco da due passi e adesso può cominciare un’altra storia. L’autore è lo stesso Mattia, che apre la ripresa infilando la porta pure al secondo tentativo, stavolta chiudendo battendo Avramov nell’uno contro uno, dopo che l’invito di uno splendido Nainggolan l’aveva messo solo davanti alla porta. Il Cagliari finisce più o meno qui, e nemmeno un mezzo pasticcio in difesa al quarto d’ora su una conclusione di Pinilla riesce a scuoterlo o a far vacillare le certezze della Roma, che continua a fare malissimo ogni volta che spinge sull’acceleratore.
La giornata perfetta dell’attaccante si completa poco prima della mezz’ora, quando Gervinho si trova da solo sulla trequerti, libero di poter decidere chi innescare: sceglie Florenzi sulla destra, lui vede che Destro si sta inserendo, ma per servirlo prima che finisca in fuorigioco ha una frazione di secondo soltanto. Gli basta, perché quel suo sinistro di prima intenzione è un gioiello che il compagno di stanza non può sbagliare. Non fosse per il risultato, il finale sarebbe in sofferenza, perché al 44’ Pinilla accorcia le distanze dal dischetto (fallo di Benatia, ma a innescare il pasticcio è un errore in appoggio di De Sanctis), poi la Roma gioca il recupero in inferiorità numerica per via dell’infortunio di Benatia quando i cambi sono già finiti. Niente paura, questa Roma è più forte anche di tutto questo. E stasera si metterà davanti alla tv per guardare la partita della Juve, che magari confermerà i pronostici passeggiando sul Livorno. O magari no.