(Il Tempo) – Cambiano gli attori, ma la recita è sempre da ovazione a scena aperta, la Roma offrespettacolo sontuoso, dimentica le assenze, si gode 48 ore di meno cinque dalla Juve. Resta utopia il sogno scudetto, ma le cifre parlano di campionato a livello stratosferico, almeno in relazione alla scala dei valori delineati alla vigilia.
L’Atalanta, che pure ha creato le sue occasioni, avrebbe potuto perdere di goleada, tante le palle-gol sciupate, ha trovato la sua rete quando i giochi erano fatti. Difficile scegliere il migliore tra De Rossi, due gol salvati e un assist, e Gervinho inafferrabile. Ma anche le magie di Totti e quelle di Ljajic, un gol, un assist e un palo, la muraglia Castan. Per tutti, comunque, un voto alto in pagella.
Dedicato al festival delle classiche il pomeriggio festivo. Ne propone quattro, il calendario, vanno in scena in contemporanea. La più importante è la sfida di rango europeo tra Napoli e Lazio, obiettivi la Champions da una parte e la League dall’altra. Edy Reja torna al San Paolo, stadio che lo aveva visto protagonista, stavolta i laziali avranno l’appoggio, magari a denti stretti, dei concittadini che devono guardarsi le spalle dalla rincorsa, pur velleitaria che sia, della formazione di Rafa Benitez.
L’Inter tenta di trovare un’accettabile livello, dopo avere lasciato per strada troppi punti, ma la Samp di Mihajlovic, ex indimenticato, vuole far pesare il fattore campo. A Torino arriva un Genoa votato a cancellare la sconfitta beffarda di San Siro, ma Ventura ha una squadra in buon momento. Maggiore equilibrio a Verona, dove con l’Hellas la Fiorentina gioca per blindare il suo quarto posto, la muta degli inseguitori per ora tenuta quasi a distanza di sicurezza.
Compreso il Milan che in serata ospiterà il Catania, vicinissimo alla resa. Come il Sassuolo, frenato dal Cagliari, manca l’aggancio al trenino a quota ventisette.