(C.Zucchelli) – Il sogno è prendere il treno a fine maggio direzione Firenze.Non per raggiungere Montella, l’allenatore che lo ha lanciato in Serie A tre anni fa, ma per andare da Cesare Prandelli, il c.t. che lo ha convocato per i test fisici e medici a Coverciano, ma che è ancora indeciso su una sua partenza per il Mondiale. «Alessandro merita l’Azzurro», ripetono in coro dirigenti, allenatori e compagni di squadra. Alessandro in questione è Alessandro Florenzi, titolare (quasi) imprescindibile della Roma di Garcia, 38 presenze stagionali, 6 gol, 8 assist e 1913 minuti giocati. Da quest’anno ha lasciato il centrocampo per diventare una punta esterna atipica: corre tanto, pressa il doppio, garantisce equilibrio alla squadra. «E pazienza — dice Garcia — se ogni tanto arriva poco lucido davanti al portiere». Il francese non ne fa a meno, Prandelli invece non ha ancora sciolto la riserva: da una parte un jolly così potrebbe fargli comodo (caratterialmente ineccepibile, fa gruppo, nessuna espulsione in carriera), dall’altra non è sicuro di togliere spazio a un attaccante di ruolo che potrebbe, invece, garantirgli più gol.
IL SOGNO Nell’attesa, Florenzi si racconta al magazine delle Ferrovie dello Stato e, inevitabilmente, rivela il suo sogno colorato di verdeoro: «Spero di far parte del gruppo per il Brasile. L’Italia può dire la sua, avremo una squadra formata da un bel mix di giocatori giovani e gente esperta. L’esordio con l’Inghilterra? Bisogna fare bene fin da subito, senza commettere passi falsi». Come, magari, successo alla Roma: stagione strepitosa, due sole sconfitte come la Juventus, ma solco con i bianconeri scavato dai pareggi (3 contro 7) delle due squadre. Poteva essere scudetto, sarà Champions League: «Mi piacerebbe — continua — che la mia Roma somigliasse a quella di Spalletti, che giocava bene e si faceva notare sia in Italia che in Europa».
IL MITO I perni, a centrocampo, di quella squadra erano De Rossi, oggi suo compagno, Pizarro e Aquilani, sabato avversari. Florenzi, che da ragazzino delle giovanili cercava di rubarne i segreti quando si allenava con la prima squadra, racconta però che il suo mito è sempre stato un altro: «Quando giocavo al Fantacalcio prendevo Pirlo, perché mi piace il suo stile e trovo che sia uno dei centrocampisti più completi di sempre». Proprio il fatto di essere completo (può giocare anche come intermedio e, all’occorrenza, terzino) potrebbe alla fine spalancare anche a lui l’azzurro. «Più di questo — ha detto qualche tempo fa — non so che fare: se sarò convocato bene, altrimenti andrò in vacanza». E si dedicherà al biliardo, la sua passione: «Mi aiuta a riflettere e a trovare la concentrazione». Sembra sia imbattibile, ma guai a dirlo a Francesco Totti.