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PALLA AL CENTRO PER RUDI I più e i meno della sfida contro la Fiorentina

palla al centro per rudi
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Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.

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In Champions senza preliminari. Si va dritti al sodo. Dopo il pareggio del Napoli in quel di Udine questo pomeriggio, alla banda romanista bastava anche un pareggio al Franchi per festeggiare la matematica piazza d’onore. Come di consueto quest’anno, però, i ragazzi di Rudi Garcia decidono di strafare, imponendo su un campo difficile una superiorità fisica e tecnica marcata, condita di autorevolezza, autostima e preparazione. A quattro giornate dalla fine del torneo è già stato uguagliato il record storico di punti raggiunto da Spalletti nel 2007/2008 (82), mantenuta la miglior difesa toccando un ulteriore primato a questo punto della manifestazione e archiviato la pratica secondo posto. Purtroppo, nonostante tutto, gli sforzi non saranno sufficienti per primeggiare in una Serie A corrotta quanto ingiusta. Onore al merito…

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Bravo Adem e letale Nainggolan. Lasciato libero di svariare con sulle spalle la fiducia di una presenza da titolare contro quelli che sono stati i suoi ex compagni, l’attaccante serbo mette in mostra (finalmente) una prova di ottimo livello confermando quanto di buono fatto contro l’Atalanta e pescando la giocata che sblocca la partita al 25′ del pt in azione personale: scatto ad attaccare centralmente la difesa dei padroni di casa, dribbling secco ad un paio di avversari ed assist perfetto per l’imbucata centrale del centrocampista belga, travestito da Perrotta, bravo nel trasformare in oro con una gran scivolata ad anticipare Tomovic il passaggio illuminante del numero 8 romanista. Sarà stato contento in tribuna Luciano Spalletti; il toscano, libero dopo l’esperienza in Russia alla guida dello Zenit, di gol così, ne ha visti fare tanti dalla panchina giallorossa. Passato e presente si uniscono. 

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Una partita bellissima. Per ritmo, intensità, giocate, spunti, velocità, tecnica e tattica. In una giornata pre-festiva comunque buona per lo spettacolo, vedi il pirotecnico 3-3 tra la Lazio e Torino e il 3-0 del Milan contro il Livorno, quanto messo in scena tra Fiorentina e Roma resta senza dubbio, e per distacco, il meglio a livello di performanza calcistica che il nostro campionato possa offrire agli occhi assonnati dei tanti (chissà ora quanti?) spettatori del mondo. Eccezioni di lealtà e gioco ben oltre lo stile della solita vincente Juventus. Montella ha detto: “Per quello che ha fatto Garcia meriterebbe la panchina d’oro”. Giusto. Altrettanto però dovrebbe avere lui, capace nelle sue prime tre stagioni da allenatore di fare bene nei pochi mesi in giallorosso, trovare la salvezza con il Catania al primo colpo, mancare la qualificazione alla Champions League per colpa di un Milan vistosamente aiutato, e confermare in quest’annata il secondo ingresso consecutivo nell’Europa dei piccoli (mica tanto piccoli). Grazie dei ricordi.   

La richiesta ingiusta. Memori di quanto accaduto l’anno passato (netto il fallo di mano da rigore di Daniele De Rossi) i giocatori e l’Artemio Franchi tutto si alza in piedi allo scadere della prima frazione per protestare nei riguardi di un’altro tocco maldestro, questa volta di Totti sugli sviluppi di un calcio di punizione dalla destra battuto da Ilicic. Oggettivamente parlando il tocco con il braccio c’è, ma allo stesso modo esce inconfutabilmente dall’immagine tv quanto il capitano romanista in torsione cerchi di evitare l’impatto con il pallone e che soprattutto lo stesso, colpisca il trequartista giallorosso con l’arto incriminato completamente attaccato al corpo (*): senza mettere così in atto il tanto amato da Caressa aumento di volume. Parlare di rigore risulta quindi esagerato, come la reazione isterica dell’ardita tifoseria Viola. Firenze giallorossa. 

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Gervinho mio. Pranzo pasquale anticipato per l’attaccante ivoriano capace nella sua tragicomica e consueta maniera di sbagliare l’ennesimo gol di una stagione comunque super e marchiata da 8 segnature. Sull’invenzione di Totti ad innescare la corsa dell’ex Viola Adem Ljajic, letale nell’involarsi verso la porta difesa da Neto e nel servire un cioccolatino solo da spingere in rete all’esterno offensive giallorosso: come già accaduto in altre occasioni il giocatore africano allarga troppo con il piatto destro mancando incredibilmente il bersaglio grosso a porta praticamente sguarnita. Incredibile ma vero. 

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I due piedi sinistri di Morgan De Sanctis. Il portierone abruzzese ne combina una delle sue all’11’ del primo tempo con un comodo appoggio di destro regalato a Borja Valero che non attendeva altro al limite dell’area. Fortunatamente il centrocampista spagnolo, non in serata, sbaglia una comoda conclusione restituendo la sfera all’estremo capitolino. Questo piccolo, grande limite tecnico di un elemento comunque imprescindibile per l’attuale meravigliosa stagione, andrà valutato da Garcia e Sabatini nella costruzione della rosa perfetta per il prossimo anno. Grezzo.

A cura di Papi&Piccinini

(*) Fallo di mano (Regola 12)

Se si aumenta  il volume del corpo con le braccia, andando a contatto con la sfera deve essere comminato il calcio di  rigore/punizione.

La volontarietà diventa un parametro da non dover valutare, a meno di palese tentativo di andare a colpire la palla con la mano, nel qual caso oltre al rigore o punizione va comminato il cartellino di colore commisurato all’azione che si è andata ad interrompere.

Il  tocco di mano a seguito di carambola della palla su altra parte del corpo, se il braccio non crea un volume maggiore eccessivo non implica rigore.

Per non essere sanzionati, in linea generale, gli interventi dei calciatori non devono essere improvvidi, scoordinati o comunque non congrui rispetto al controllo che un atleta dovrebbe avere sul proprio corpo. Tuttavia un atleta va considerato in tal senso una persona fuori dal comune per riflessi, coordinazione e forma fisica rispetto ad un normale essere umano, in grado quindi di governare il proprio corpo in modo superiore alla media delle persone. L’evidente imperizia e goffaggine determina la sanzione prevista dal caso, rigore, punizione a due, ecc.

Nota: in linea di principio, va ricordato ai giocatori che nelle situazioni di confronto ravvicinato (1 contro 1), in particolare in area, le braccia andrebbero poste dietro alla schiena per evitare di farle entrare in contatto con il pallone.

 

 

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