(A.Austini) – Da una parte all’altra dell’Oceano per costruire la Roma da Champions. Il futuro giallorosso è iniziato a New York, dove Pallotta sta studiando i conti con i dirigenti Baldissoni e Zanzi, poi proseguirà a Trigoria. A suon di riunioni.
La prima è stata programmata subito dopo Roma-Milan, quando Sabatini e Garcia si siederanno uno di fronte all’altro per fissare le strategie di mercato. Di cessioni, acquisti e conferme in realtà parlano da settimane, ma a breve potranno andare più sul concreto basandosi sulle «notizie» provenienti dagli States: i meeting di questi giorniservono infatti ad aggiornare la situazione finanziaria ad oggi e a fare previsioni su quella futura. Il ritorno in Champions è una prima, fondamentale certezza, ora Pallotta aspetta uno sponsor e vuole accelerare l’operazione stadio.
Quanto al mercato, è inutile attendersi sussulti prima dell’arrivo in Italia del presidente in persona, programmato per maggio in concomitanza con la partita contro la Juventus e la fine del campionato. Due le priorità della Roma: i rinnovi di Garcia e Pjanic. Uno tira l’altro, visto che il francese ha chiesto a gran voce alla società uno sforzo per accontentare le richieste del bosniaco. E pazienza se un nuovo ingaggio da quasi 4 milioni netti rischia di scatenare la corsa all’«aumento» dentro lo spogliatoio. La Roma resta convinta di poter strappare la firma di Pjanic, ma l’ultima parola spetta a Pallotta. Sulla conferma di Garcia, invece, nessuno ha dubbi. Dai dirigenti ai giocatori, che il tecnico ha già iniziato a motivare in vista dell’anno prossimo: «Faremo cose ancora più grandi» la promessa-stimolo che Rudi va ripetendo ai giocatori. La Champions alla guida dei giallorossi è la sua occasione di rivincita dopo la delusione di Lille. E una ribalta internazionale: Garcia vuole mostrare a tutta Europa che non ha nulla da invidiare ai tecnici più in voga del momento.
Non ha alcuna fretta di firmare il rinnovo, ma dovrà farlo per dare un segnale di continuità al gruppo e al mondo esterno. Magari garantendosi una «scappatoia» contrattuale o semplicemente un accordo sulla parola per potersi liberare in futuro. Risolverà la questione con Pallotta, direttamente a maggio o in uno dei due viaggi della squadra negli States. Si vedrà. Intanto il francese non vede l’ora di plasmare insieme a Sabatini la Roma del prossimo anno. Su un punto c’è sintonia totale fra i due: sono entrambi convinti che la squadra di oggi andrebbe confermata in blocco e puntellata con due-tre elementi da inserire nei ruoli più scoperti. Poi tra il dire e il fare ci sarà di mezzo un mercato lungo e pieno di potenziali occasioni da valutare di volta in volta. Se la situazione di Pjanic è legata al rinnovo, Benatia è soggetto ad attacchi dei grandi club (Bayern in primis), Strootman è un obiettivo del Manchester United nonostante il crociato rotto e Ljajic si sta guardando intorno. Su Toloi e Bastos decide il club: il primo ha sorpassato l’esterno nell’indice di gradimento.
Quanto agli acquisti, due sono già stati perfezionati: Paredes sarà un tassello in più a centrocampo mentre Sanabria è considerato un «enfant prodige» pronto a inserirsi in fretta nel reparto offensivo. Sabatini ha bloccato da mesi anche il terzino brasiliano Abner, reduce però da un grave infortunio al ginocchio. A fine mese la visita di controllo in Brasile chiarirà quando il mancino classe ’96 potrà tornare in campo: la stima è metà settembre. Per questo il diesse ha preso altro tempo prima di chiudere l’operazione con il Coritiba (prezzo fissato intorno ai 5 milioni) e altri club come l’Atletico Madrid sono pronti a inserirsi.
Dopo aver tentato di strappare Paulinho al Tottenham, trovando però il «veto» di Baldini, Sabatini continua a trattare il turco Salih Uçan del Fenerbahce. Un altro centrocampista che sembra legato all’eventuale cessione di Pjanic.
Anche Garcia farà i «suoi» nomi. Per esempio Aubameyang del Borussia, che ha allenato al Lille e considera un jolly utilissimo per l’attacco. Ma pur di veder confermato il gruppo di oggi, è pronto a qualche rinuncia. Perché Roma che vince si cambia poco.