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ILTEMPO.IT Garcia: ” “La società vuole la stessa cosa che voglio io. Essere competitivi”

Roma-Torino Garcia
Roma-Torino Garcia

(E.Menghi) – Nessuna condizione, o meglio, le condizioni ci sono ma sono pienamente condivise dalla società. Garcia si sente compreso dalla dirigenza, rientrata proprio in queste ore dal viaggio negli States per programmare il futuro con Pallotta. Un futuro che comprende il tecnico francese: «La società – dice alla vigilia della sfida interna con il Milan – vuole la stessa cosa che voglio io: essere competitivi. E lo vogliono soprattutto i giocatori, che sanno che è possibile andare avanti con questa rosa perché abbiamo giocato solo una volta a settimana. Abbiamo perso Destro all’inizio, Totti e Gervinho a metà anno e infine Strootman. Se succede questo senza una rosa più ampia sarà molto, molto difficile. Un mercato è sempre difficile, bisogna adattarsi, bisogna dare tempo. Abbiamo fatto bene in questa stagione e vogliamo fare meglio per la prossima. Sono ambizioso e penso che la Roma lo è come me. Prima vediamo dove finiamo, poi parlerò con Sabatini per fare in modo di rendere competitiva questa rosa». Chiede innesti a gran voce Rudi, perché non vuole fare brutte figure in Europa: «L’anno prossimo giocheremo ogni tre giorni, speriamo dall’estate fino alla primavera 2015. Forse saremo in quarta fascia e incontreremo tre squadre più forti di noi nel girone. I giocatori vogliono essere protagonisti su ogni competizione, almeno per qualificarsi nel girone. A Lille in cinque anni hanno confermato la rosa una sola volta e, oltre a vincere il campionato, vincemmo anche la Coppa di Francia. Lì prendemmo Moussa Sow per quasi niente, in scadenza di contratto, e altri giocatori a basso costo. Lavorando intelligentemente si può fare una grande squadra. Mettendo più di 30 mln in cassa da secondi significa che abbiamo lavorato in maniera intelligente».

Ma c’è chi ha saputo fare meglio: «Bisogna vedere come hanno fatto Napoli e Juventus con Higuain e Tevez: è importante avere grandi campioni che vengono a giocare in Italia». Quello non dipende dall’allenatore, che non è «l’uomo della provvidenza», usando le parole di Baldissoni: «La società è sempre più importante dei singoli. Allenatori e giocatori possono cambiare, anche il presidente, ma la Roma resta e faremo di tutto portarla ancora più in alto nelle graduatorie europee». Quest’anno è quasi impossibile fare meglio, perché è tutto nelle mani della Juventus. E di chi deve affrontarla: «Mi aspetto che il Sassuolo giochi come una squadra che vuole salvarsi, con i migliori giocatori: non è stato sempre così per chi ha giocato allo Stadium. Mi aspetto che i migliori non vadano in panchina e di non sentire un allenatore dire ìabbiamo perso 1-0, che bel risultato”. Solo questo».

Garcia non ha digerito l’arrendevolezza anticipata di chi, come il Livorno, ha schierato le seconde linee contro i bianconeri di Conte e manda una frecciatina al presidente Spinelli. La Roma invece non getta la spugna e resta motivata: «Dopo la vittoria a Firenze ho detto di lottare contro questo ambiente che diceva ‘campionato chiuso’. Non è così, non sarà così soprattutto se saremo in grado di vincere domani sera. Poi aspetteremo il risultato della Juve. I rossoneri giocano per la speranza dell’Europa League, noi per fare di tutto per raggiungere il primo posto. Noi siamo senza pressione, ci sarà solo un bonus straordinario o niente di più». Niente di più di un inatteso secondo posto.

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