(P. A. Coletti) – «Io sto con Dani Alves». Anche Morgan De Sanctis si è schierato al fianco del terzino brasiliano del Barcellona nella lotta al razzismo. «Stavo vedendo anche io la partita, tra l’altro ho giocato assieme a Dani Alves (al Siviglia nella stagione 2007-08, ndr) e mi sono sentito partecipe di queste offese che lui ha subito, traendone anche il rammarico per quello che gli è successo» ha detto ieri il portiere giallorosso commentando il gesto del brasiliano che domenica sera durante durante Villareal-Barcellona ha raccolto una banana lanciata in campo dagli spalti e l’ha mangiata.
Un gesto che ha scatenato la solidarietà sul web dei colleghi. In tanti, da Neymar a Roberto Carlos, hanno pubblicato foto sui social network mentre mangiavano una banana al grido di «siamo tutti Dani Alves». E De Sanctis parlando del gesto del suo ex compagno non le ha mandate a dire: «Quando si parla di razzismo, mi viene spontaneo associarlo a una grandissima ignoranza. Lo sport ha più volte manifestato la propria dissociazione da qualsiasi fenomeno di discriminazione. Si può continuare con atteggiamenti propositivi per combattere questo fenomeno. Fermo restando che ci sono tanti altri tipi di discriminazioni che danno fastidio: devono essere tutte combattute, allontanate e possibilmente ignorate, solo così si può avere una società migliore».
Il Pirata è uno che non molla mai. In campo e fuori. De Sanctis con la sua cattiveria, la voglia di crederci e con le sue prestazioni ha portato la Roma a lottare per lo scudetto e da ieri si è unito anche a “La lotta al cancro non ha colore”, la prima campagna nazionale per la prevenzione dei tumori indirizzata ai cittadini più disagiati, in particolare agli immigrati che abitano nel nostro Paese, promossa dalla Fondazione “Insieme contro il Cancro” e dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM).
Ieri nella sala Giunta del Coni a Roma il portiere giallorosso ha partecipato alla conferenza stampa per illustrare i contenuti della campagna che vede tra i suoi testimonial anche Francesco Totti (il capitano ha messo all’asta la sua maglia numero 10 per raccogliere fondi a favore dell’iniziativa). «Credo fortemente in questa campagna – ha detto ieri De Sanctis -. Ho figli che voglio educare con un preciso stile di vita. È molto raccomandabile avere un’alimentazione corretta e fare attività sportiva. È importante anche avere una diagnosi in tempi brevi. Non va fatto abuso di alcool e sostanze stupefacenti». Nel giorno in cui dall’Inghilterra inseriscono Stekelenburg e Lamela nell classifica dei peggiori 11 giocatori della Premier, il Pirata con le sue parole, marca tutta la differenza con il collega olandese. Anche in un giorno in cui l’attenzione è rivolta a un evento benefico, De Sanctis non smette di porsi obiettivi sportivi sempre più alti: «Sono contento che questa campagna sia stata associata alla finale di Coppa Italia, mi dispiace però non farne parte. Spero in futuro di fare il testimonial sul campo».