(F.Bianchi) Qualcosa di clamoroso all’ex Cibali. Non molto, qualcosa. Il Catania strapazza la Roma tornata di colpo Rometta e si rimette in corsa per la salvezza. La prossima sfida di Bologna ora può essere decisiva: i siciliani sono avanti nello scontro diretto (2-0 all’andata), se vincono hanno buone chance di restare in A. La Roma dà l’addio annunciato allo scudetto prima della maxi sfida con la Juve. D’altronde Garcia alla vigilia aveva già fatto i complimenti ai rivali. La squadra si è adeguata. Non siamo la Premier o la Bundesliga purtroppo. In A le motivazioni contano molto, se non tutto. E i giallorossi consci che oltre il secondo posto non potevano più andare si consegnano alle ultime speranze del Catania. Garcia, che si era lamentato per il turn over del Livorno con la Juve (fuori Paulinho e altri) e che chiedeva al Sassuolo di non fare altrettanto, alla fine è caduto nel meccanismo molto italiano. Tradito dalla squadra, ma qualche responsabilità ce l’ha pure lui.
CHE CATANIA Di clamoroso al Cibali c’è il risultato. In questa stagione mai il Catania aveva segnato 4 gol e mai la Roma (reduce da 9 vittorie di fila) ne aveva presi. Al massimo ne aveva incassati 3, ma in casa della Juve e col Napoli in semifinale di coppa Italia, subendo il terzo tutta sbilanciata in cerca di rimonta. Qui il suo andamento lento pieno di svogliatezza (e di voglia di regalo?) si è scontrato con la rabbia e la determinazione della banda Pellegrino, bravo a tenere acceso nei giocatori il lumicino della speranza. Non solo grinta. Il Catania ha anche giocato una gran partita: pressing, buona disposizione, ripartenze e ottime giocate individuali. Come in occasione del gol del vantaggio: Izco che avvia l’azione dà a Bergessio che innesca Leto che di tacco ridà a Izco per la stoccata. Non sembrava proprio una squadra agonizzante. E dopo il bis di Izco in tribuna è iniziato l’inutile lamento del cosa poteva essere e non è stato, se il Catania avesse sempre giocato così. Intanto la Roma abbozzava la reazione, già dalla panchina. Garcia toglieva un abulico Ljajic per spendere Gervinho, fuori dai titolari per riposo in vista Juve. Totti da buon capitano ha guidato il tentativo di riscossa. Servito da Florenzi ha ridotto le distanze e poi al tramonto del primo round ha regalato a Gervinho la palla del possibile pari. Frison ci ha messo una pezza.
AHI DE SANCTIS Segnali d’orgoglio non duraturi. Nel secondo round la Roma è praticamente sparita. Ha preso presto il terzo gol da Bergessio su doppio errore di De Sanctis. Garcia ha messo subito dopo Bastos e Benatia, al rientro. E guarda caso sono stati tra i pochi a giocare col piglio giusto. L’unico pericolo dalla parti di Frison è stato del francese. Il quarto gol del Catania è l’emblema della gara: un tiro da fuori non irresistibile di Barrientos, senza nessuno a ostacolarlo. Scudetto, adieu . Peccato che la corsa finisca con questa immagine. Perché la Roma va comunque lodata per l’ottimo cammino. Garcia in conferenza ha sottolineato la voglia di chiudere in bellezza con la Juve. Il Catania intanto ringrazia e si prepara alla sfida decisiva. Se dovesse salvarsi, questo sì sarebbe clamoroso.