(R. Frignani) – La pistola che ha ferito i tre ultrà napoletani a Tor di Quinto è stata usata anche contro Daniele De Santis, che con quella stessa arma — una Benelli 7.65 con la matricola abrasa e ritrovata scarica, non inceppata — è stato picchiato e colpito alla testa dai tifosi partenopei. Lo scrive il gip Giacomo Ebner che due giorni fa ha disposto il carcere per il tifoso romanista accusato di tentato omicidio e detenzione illegittima della semiautomatica. Obbligo di firma invece per due napoletani — Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti — , ma non per Ciro Esposito, libero e ancora ricoverato in gravi condizioni al Policlinico Gemelli. Un fatto nuovo, contenuto nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari, che alimenta il mistero sulla Benelli. Non si sa ancora da dove provenga la pistola trovata nella discoteca Ciak e consegnata alla polizia dai due gestori dopo il ferimento degli ultrà. E, a questo punto, non è chiaro per quante mani sia passata. Sicuramente anche da quelle dei napoletani.
D’altra parte con il trascorrere dei giorni emerge sempre di più la scena di uno scontro, un corpo-a-corpo fra ultrà giallorossi e azzurri nell’area abusiva accanto a viale di Tor di Quinto dove De Santis secondo l’accusa ha provocato, con altri giallorossi con i caschi (un commando di almeno quattro persone, ma non si esclude che fossero molte di più), i rivali napoletani bloccati nel traffico che l’hanno poi inseguito oltre il cancello. Una vera e propria rissa — i tre feriti sono infatti accusati anche di questo reato, oltre che di lesioni nei confronti del romanista —, con l’arma che, ma è soltanto un’ipotesi, potrebbe essere stata contesa durante una lotta furibonda.
A premere il grilletto però, secondo il gip, è stato comunque «Gastone»De Santis, visto da un testimone ritenuto attendibile (un napoletano che nella serata si è presentato in ospedale, al Villa San Pietro, dicendo di voler raccontare i fatti) mentre sparava contro Ciro e gli altri. «Gastone», secondo il magistrato, mostra «una natura incontenibile e specialmente violenta», con «la comprovata incapacità a misurare la gravità delle proprie azioni».
Ma sabato pomeriggio, prima di Fiorentina- Napoli, potrebbe non essere stato il solo. Il gruppo di Ciro — tutti tifosi dell’«Area Nord» azzurra, come ha raccontato Fioretti — si è unito ad altri napoletani che, come ha confermato a verbale l’altro ferito, Alfonso Esposito, dovevano «regolare i conti» con i romanisti. Da qui il confronto, duro, breve, durante il quale sono stati sparati i quattro colpi di pistola e una cinquantina di napoletani ha sfondato il cancello della discoteca per raggiungere De Santis, nel frattempo trascinato via dai responsabili del Ciak. Una ricostruzione che, in attesa delle perizie balistiche, apre nuovi scenari.
Ieri magistrati e investigatori della Digos e della Squadra mobile hanno svolto un nuovo sopralluogo a Tor di Quinto, facendosi indicare dai gestori dove hanno prima scalciato via e poi nascosto la pistola. Gli avvocati di De Santis, Tommaso Politi e Michele D’Urso, sottolineano come il gip ha emesso la sua ordinanza «senza aver preso visione dell’esame sulla polvere da sparo che, sorprendentemente, non risultava ancora inviato dalla Questura e non era nelle carte del procedimento penale. Se gli esiti dello stub saranno confermati negativi chiederemo al gip di rivedere la sua decisione»