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IL TEMPO La nostra Serie A ha toccato il fondo

Gennaro De Tommaso
Gennaro De Tommaso

(R. Sensi) Dopo quello che si è visto sabato allo Stadio Olimpico di Roma in occasione della finale di Coppa Italia tra il Napoli e la Fiorentina, è quasi superfluo parlare di ranking europeo. Eppure si deve continuare a pensare ad un calcio migliore senza violenze di nessun genere, più efficiente, più serio e che possa riportare negli stadi intere famiglie, anche con bambini, come sicuramente era un tempo.

È dal 1984 che l’Italia non scende così in basso. Cosa succede al campionato italiano di calcio, considerato un tempo il più bello del mondo? Dopo l’eliminazione della Juventus nella semifinale di ritorno di Europa League da parte dei portoghesi del Benfica, l’Italia è scesa al quinto posto del ranking europeo. I punti dell’Italia sono 51.510 dietro il Portogallo con 52.133. Punteggio destinato ancora ad aumentare in caso di vittoria del Portogallo, nella finale di Europa League, che si giocherà il prossimo 14 maggio a Torino. È incredibile pensare che un campionato come il nostro, che ha visto giocare fuoriclasse come Maradona, Platini, Falcao e tanti altri, debba essere bocciato e scendere al quinto posto dietro Germania, Spagna, Inghilterra, Francia e Portogallo. Fino a qualche anno fa, con la sola eccezione delle due «corazzate» spagnole Real Madrid e Barcellona e forse qualche raro caso di squadre inglesi, l’Italia ha sempre rappresentato il sogno di qualsiasi giovane calciatore in erba, qualunque fosse la propria nazionalità. La notizia, o meglio la situazione del calcio italiano, non deve però suscitare alcuno stupore, perché l’allarme è stato lanciato già da molti anni e sicuramente non è stato raccolto da nessun dirigente, ben pensante o esperto del calcio italiano.

I presidenti si arroccano dietro il fair play, ma ricordiamoci che questa norma ci è stata «imposta» proprio dalla Uefa e proprio per questa ragione non può essere una valida scusa. Già da qualche tempo l’Europa League non rappresenta per noi un torneo particolarmente ambito, vista la sproporzione di valore e di premi rispetto alla Champions ma, troppo spesso, ci si è dimenticati che anche questa rientra nel computo dei punti del ranking europeo. Sono diversi anni che non assistiamo a una finale continentale giocata da una squadra italiana e tutto ciò quasi non ci meraviglia più. Il sogno è la Champions ma nessuna squadra italiana negli ultimi anni è mai riuscita a vincere questo torneo che tanto ci ha penalizzato e ci penalizza. L’ultima speranza, rappresentata da una qualificazione alla finale della Europa League da parte della Juventus, è svanita giovedì primo maggio. Tante sono state le riflessioni su questo argomento ma la realtà è che il nostro campionato non può più essere il più bello del mondo. Dobbiamo restare al passo con gli altri Paesi europei ma ancora troppo poco si è mosso. La possibilità di avere uno stadio di proprietà, incrementare marketing e merchandising, sono ancora in Italia a uno stato embrionale e tutti gli altri paesi europei ci hanno surclassato. Ci chiediamo se il «pianto» di alcuni presidenti della nostra serie A non sia una scusa per la paura di fare un passo troppo grande rispetto a quanto ognuno di loro può o vuole realmente fare.

Bisogna rilanciare il nostro campionato? Ma come? Da osservatori attenti e amanti del calcio ci possiamo permettere solo di dare dei suggerimenti, ma i veri protagonisti, i nostri presidenti, devono muoversi e farlo anche in fretta. Papa Francesco recentemente nell’udienza in cui ha ricevuto le squadre che hanno giocato la finale di Coppa Italia ha parlato dell’importanza del calcio verso i giovani. Oggi in un clima segnato da episodi tristi e vergognosi per il nostro calcio dobbiamo ripartire o meglio ricominciare con più determinazione e senso di responsabilità verso tutti, soprattutto nei confronti di quei giovani che vogliono vedere una partita di calcio con protagonisti (presidenti, giocatori e tifosi) che diano un esempio di valori e comportamenti verso tutti. Adesso che abbiamo toccato il fondo dopo gli incidenti dello stadio Olimpico, è arrivata l’ora che tutti coloro che ne hanno possibilità riportino il nostro campionato al posto che si merita in Europa.

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