(F.Maccheroni) – Chiellini ha meritato la stessa squalifica di Destro. Però probabilmente la nazionale non ha bisogno di Destro, mentre ha assoluto bisogno di Chiellini, il miglior difensore della miglior squadra italiana, la Juventus. Soltanto questo può aver consigliato il pessimo Prandelli all’assoluzione. Il personaggio? È antipatico agli avversari, ha atteggiamenti irritanti e a volte sembra antisportivo, ma è importante per chi gli gioca accanto. Nel basket Dino Meneghin per alcuni versi gli somigliava: antipatico ai «nemici», idolatrato da chi aveva la fortuna di stargli accanto. Frattura dopo frattura, invincibile. Era capace da solo di guardare in faccia uno stadio nemico. Accadde agli Europei francesi del 1983: azzurri contro i padroni di casa furiosi contro gli azzurri, lui sferra un calcio a un microfono a bordo campo e lo scaglia verso la tribuna ammutolendo tutti. Finì con un trionfo. Enorme anche nella sconfitta: colpito alla testa da una monetina nello spareggio (1983) con Roma, restò in campo. Perché Meneghin? Perché Chiellini, dopo la gomitata a Pjanic, ha parlato di basket, di blocchi e ci ha ricordato SuperDino. Mai visto, come Chiellini a Roma, con le mani al volto senza aver subìto il colpo.