(T. Riccardi) – Diciotto agosto 2011, è una giornata particolare per la Roma. In campo i giallorossi di Luis Enrique aprono ufficialmente la stagione: a Bratislava giocano l’andata dei preliminari di Europa League contro lo Slovan.L’esito finale del la sfida non è positivo per i capitolini, vincono gli slovacchi per 1-0 con gol di Dobrotka nella ripresa. Un risultato amaro, che contribuirà all’eliminazione romanista nella gara di ritorno, ma che per una volta passa in secondo piano perché a Roma succede qualcosa di storico. Nella Capitale, infatti, in un caldo pomeriggio soleggiato e afoso, si gioca un’altra partita: non su un terreno di gioco, ma sulle scrivanie di alcuni studi legali romani. Si tratta del “closing” definitivo tra UniCredit e gli imprenditori del consorzio americano per il passaggio di proprietà della società. L’incontro risolutivo dura circa un’ora e si consuma presso lo studio legale Grimaldi in via Pinciana.I protagonisti della firma sono il legale di UniCredit Roberto Cappelli (presidente in quei giorni), il rappresentante del consorzio americano Thomas DiBenedetto, l’avvocato e futuro DG Mauro Baldissoni, il professor Attilio Zimatore. Per la Roma è l’inizio di una nuova era, di un cambiamento radicale sotto tutti i punti di vista. Tecnico e manageriale. Da allora, da quel 18 agosto, sono passati 1000 giorni e a ripensarci sembra una vita. Mille. Il conteggio “tondo” si ferma al 14 maggio scorso. Poco meno di tre anni, un periodo in cui è stato fatto tantissimo per “far diventare la Roma uno dei maggiori club europei”. In Serie A questo auspicio è già realtà: la squadra di Rudi Garcia si è classificata seconda con il record di punti di sempre, ottenendo la qualificazione diretta in Champions League.
E i dirigenti dell’area tecnica Walter Sabatini e Frederic Massara operano costante mente sul mercato nazionale e internazionale alla ricerca di giovani talenti. Ma non esiste esclusivamente il lato sportivo. Il lavoro del management di Trigoria è capillare su ogni aspetto. Rapporto con il tifoso cominciare dal rapporto con la tifoseria. Per fare un esempio, se oggi un romanista alza il telefono e vuole comprare un biglietto o un abbonamento senza muoversi da casa lo può fare tranquil- lamente. Oppure, se invece del telefono si vuole usare internet, il risultato è lo stesso collegandosi con il sito della Roma (asroma.it). Ma non solo. Chi non vuole sottoscrivere un abbonamento con la “Privilege Card” può optare per una tessera Club Home. La Roma è stata la prima in Italia a lanciarla e, con il passare del tempo, diverse squadre di Serie A hanno seguito il modello.
Se un sostenitore ha un problema di qualche tipo, alza la cornetta, compone il numero 06.89386000 e trova un operatore pronto a risolvere la questione. Si chiama Centro Servizi AS Roma, uno sportello “vivente” per il tifoso. Dall’inizio del campionato 2011-2012 è stato de- dicato un settore dello stadio alle famiglie: qui si può vedere la partita con i propri cari in tranquillità e a prezzi più che popolari. Per i ritardatari o gli eterni indecisi, nei pressi dell’Olimpico, è pre- sente una biglietteria (Ostello della Gioventù) dove si possono acquistare tagliandi all’ultimo momento prima dell’evento.
Per i più piccoli, sempre nel giorno della partita, è stato creato il “Cuore Sole Village”, un villaggio per svagarsi con divertenti giochi o attività ludiche. L’accesso è gratuito e da tre anni è diventato un punto di riferimento importante per i frequentatori abituali dello stadio. Un servizio è stato riservato pure per i non vedenti: in collaborazione con l’emittente Tele Radio Stereo, prima della gara, presso il desk della Tribuna Tevere dedicato ai non deambulanti e all’ingresso Stampa della Tribuna Monte Mario, i tifosi non vedenti muniti di titolo di accesso possono ritirare gra- tuitamente gli apparecchi radio che consentono loro di ascoltare una radio cronaca ad hoc. Per i più facoltosi c’è l’Area Premium. Non la semplice, vecchia, Tribuna d’Onore, ma un settore in cui è possibile avere ogni tipo di confort: la poltrona riscaldata con il monitor davanti, un servizio ristorazione all’avanguardia e un personale a completa disposizione dei presenti. Da questa stagione, la tribuna autorità è frequentata anche dalle vecchie glorie alle quali è stato riservato un palchetto.
Proprio così, chi ha vestito la maglia della Roma può andare ogni domenica a vedere la partita gratuitamente. Radici e nuovo stadio la valorizzazione del passato e di tutto ciò che è stato è un altro punto strategico caro alla dirigenza. In questo senso sono state realizzate molte iniziative: l’indirizzo della sede è cambiato da Viale di Trigoria km 3600 a Piazzale Dino Viola 1, in onore del presidente del secondo scudetto. Il campo della Primavera è ora intitolato a “Agostino Di Bartolomei”, capitano dei gloriosi anni Ottanta.
Per far conoscere ai più gio- vani i giocatori degli anni precedenti è stata istituita la Hall of Fame: un’ideale formazione formata da ex calciatori e votata dai tifosi in rete. Dallo scorso febbraio a Testaccio (nei locali dell’ex Mattatoio) c’è la mostra “Roma Ti Amo”: un’esposizione ricca di maglie, foto, video, cimeli e materiale storico. Una sorta di “antipasto” del museo della Roma che sorgerà all’interno del nuovo stadio. A questo proposito, il nuovo impianto non è più una suggestione, ma una realtà che sta prendendo corpo giorno dopo gior- no. Il progetto è stato già presentato in conferenza stampa e sorgerà a Tor di Valle. “Incuterà timore agli avversari. Avrà 52 mila posti, che diventeranno 60 mila per le grandi occasioni. Tribune a ridosso del campo, così i giocatori non dovranno fare tutta quella strada per arrivare ai loro tifosi…”, le parole del presidente James Pallotta.
Sponsor e sviluppo marchio il nome Roma ha potenzialità infinite sul mercato estero. Lo sanno bene i manager, che ogni giorno lavorano sullo sviluppo del marchio. Per arrivare in tutto il mondo il mezzo più immediato e semplice è internet. Presto, fatto: da tre anni la Roma è presente sui ca- nali social con tantissimi fans: su Fa- cebook i “Mi piace” sono 3 milioni e 300 mila, su Twitter i “followers” sono 369.000. Numeri di tutto rispetto e in continua evoluzione. Inoltre, si trovano profili ufficiali anche su YouTube, Pinterest, Linkedin e Tumblr. Il sito (asroma.it) è stato rinnovato ed ora è diven- tato un portale all’avanguardia con news, aggiornamenti, foto e tanto altro.
All’indirizzo asromastore.it è pos- sibile acquistare prodotti on-line: ma- glie personalizzate, materiale tecnico, palloni e ogni tipo di gadget. Per dare la possibilità a chiunque nel globo di capire che si ha a che fare con l’AS Roma è stato cambiato il logo sociale. La lupa è stata ammodernata e la scritta “ASR” è stata sostituita da “Roma 1927”. Questa la motivazione resa dal presidente: “L’obiettivo era quello di creare un brand globale e richiamare la nostra storia, che è iniziata nel 1927. Prima, quando i no- stri tifosi nel mondo quando guardavano la scritta “ASR” non capivano cosa significasse”.
In tal modo quando la squadra va in tournée in America o in altre zone del pianeta (come è già accaduto) non può non es- sere riconosciuta. Il respiro internazionale del club è finito pure sui maggiori quotidiani stranieri. Molti organi di informazione si sono interessati alle vicissitudini della squadra con approfonditi articoli o reportage. Per citare il caso più recente, quello del Wall Street Jour- nal: “Pallotta è lo zar americano del calcio capitolino. Ha preso una società allo sbando e l’ha fatta volare”. Tutto questo movimento ha suscitato interesse sul mercato. Non a caso colossi mondiali come la Disney e la Nike hanno deciso di legare il loro nome alla Roma. L’azienda sportiva, in particolare, ha ufficializzato un sodalizio che dure- rà 10 anni: fornirà il materiale tec- nico e svilupperà iniziative commerciali con il club. Il futuro è già iniziato, altri 1000 di questi giorni Roma.
Fonte: Asromamembership.it