(F. Fian0/R. Frignani) A Tor di Quinto stavano con Daniele De Santis e hanno assalito i tifosi napoletani che si recavano all’Olimpico per assistere alla finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli. Sono i quattro giovani, tutti trentenni, indicati da un testimone – che aveva però parlato di tre persone con i caschi jet – come coloro che hanno preso parte all’attacco davanti all’area abusiva dove il 3 maggio scorso sono stati feriti tre ultrà della curva A azzurra, il più grave dei quali, Ciro Esposito, 31 anni, è tuttora ricoverato in gravi condizioni al Policlinico Gemelli. A distanza di tre settimane procura e polizia stanno stringendo il cerchio sui quattro personaggi che si trovavano con «Gastone» De Santis, prima che quest’ultimo, secondo l’accusa, aprisse il fuoco sui rivali che lo inseguivano. Dagli accertamenti sarebbero vicini agli ambienti del tifo romanista e a quelli dell’estrema destra, ma non si esclude che si sarebbero allontanati quando la situazione vicino alla discoteca Ciak e al vivaio il Trifoglio stava precipitando.
Nei loro confronti, per il momento, non sarebbe stato preso alcun provvedimento. Non risultano indagati e non sono stati ascoltati, ma la loro posizione – come quella di altri tifosi del Napoli che hanno partecipato alla rissa a Tor di Quinto – è comunque al vaglio. Le indagini sul drammatico pomeriggio che ha preceduto la surreale serata all’Olimpico, con la vicenda della presunta trattativa fra ultrà azzurri e forze dell’ordine – il «ricatto» della curva di invadere il campo se non fosse stato chiarito chi era stato ad aprire il fuoco – proseguono senza sosta, in attesa di quello che accadrà nelle prossime settimane, con le perizie sulla pistola che ha ferito Esposito e gli altri due tifosi, e su altri reperti. Intanto un’altra tranche dell’inchiesta, seguita dai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, riguarda gli incidenti avvenuti sempre il 3 maggio, ma fuori dal settore dell’Olimpico occupato dai napoletani: un vero e proprio attacco portato da un centinaio di ultrà ai tornelli presidiati da un drappello di poliziotti e steward, dove un sovrintendente del commissariato Prenestino rimase seriamente ferito a un occhio.
Anche in questo caso, come a Tor di Quinto (dove oltre ai due video degli scontri ce ne sarebbero altri acquisiti dagli inquirenti), le immagini potrebbero essere utili per identificare chi ha partecipato all’assalto e al successivo sfondamento dell’ingresso allo stadio. Uno dei tanti episodi di violenza avvenuti nella scorsa stagione attorno all’Olimpico ora al centro del piano di sicurezza varato dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. Come annunciato ieri dal Corriere , il prefetto Giuseppe Pecoraro vuole che si giochi di giorno. Allo studio della Prefettura, con Lega Calcio e Osservatorio del Viminale sulle manifestazioni sportive, c’è la creazione di una «black list» di partite che non si potranno disputare in notturna per ragioni di sicurezza. Un elenco da stilare prima del prossimo campionato.