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IL TEMPO La prima pietra tra nove mesi

Stadio Roma
Stadio Roma

(A. Austini) – Una «dolce» attesa di nove mesi per posare la prima pietra. Un paio d’anni abbondanti necessari a rivoluzionare un quartiere. L’apertura, nell’ipotesi a metà tra ottimismo e realismo, nella stagione 2017/18. È partito ieri intorno a mezzogiorno il conto alla rovescia per il nuovo stadio della Roma, quando due collaboratori del costruttore Parnasi hanno depositato lo studio di fattibilità dell’impianto presso gli uffici del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica del Comune in via del Turismo all’Eur.

Dopo la presentazione al Campidoglio del 26 marzo, ecco il primo passo ufficiale di un progetto che adesso dovrà superare un lungo (ma non troppo) percorso burocratico. I tempi li detta la legge di stabilità. La prima approvazione del progetto preliminare spetta al Comune entro90 giorni, quindi ne servono altri 180 per la seconda fase in cui sarà la Regione a convocare la conferenza di servizi (necessaria una variante al Piano Regolatore) e concedere il via libera al piano «cantierabile»definitivo. Un totale di nove mesi che dovrebbero consentire alla Roma, salvo intoppi, di iniziare i lavori a primavera del 2015. E se tutto, ma proprio tutto, dovesse filare liscio, il debutto nella squadra nella nuova casa di Tor di Valle si può fissare alla stagione 2017/18, un anno dopo la previsione di partenza.

Intanto da oggi si fa sul serio. Con la regia dell’assessore Caudo e del suo dipartimento, verrà subito convocato il primo tavolo tecnico a cui parteciperanno le altre componenti amministrative: il dipartimento Mobilità e Trasporti, quello dello Sviluppo Economico e delle Attività Produttive, la «squadra» dell’assessore Pancalli addetta allo Sport e Qualità della Vita e l’Avvocatura comunale. Soggetti tecnici e non politici che dovranno dichiarare il «pubblico interesse dell’opera» entro fine agosto. Il lungo dossier presentato ieri è già il frutto di un lavoro e di una trattativa iniziata da tempo fra la Roma, Parnasi e il Comune. Non si tratta solo di costruire un avveniristico stadio da 52mila posti(espandibile a 60mila), ma tutto ciò che sorgerà attorno. Dalla cittadella giallorossa per gli allenamenti, all’area commerciale con i ristoranti a tema, un mega store della Nike e 245 punti vendita totali, dai 7000 parcheggi al distretto «business» con gli uffici per finire al massiccio intervento previsto sulle infrastrutture e i trasporti. Il sindaco Marino ha chiesto e ottenuto che la Roma si facesse carico della costruzione di uno svincolo del Raccordo, di un ponte sul Tevere e del prolungamento della metro B dalla stazione Magliana fino all’impianto sfruttando un sedime già esistente su cui posare i nuovi 3 km di binari.

Nelle carte consegnate ieri c’è anche il piano finanziario per la sostenibilità di un progetto da 1 miliardo di euro interamente a carico dei privati. Al momento il committente è la Eurnova Srl di Parnasi, che insieme all’As Roma Svp Llc degli americani (abbreviata TopCo) parteciperà alla holding deputata all’operazione-stadio. È già salito a bordo il fondo americano Starwood Capital con un investimento da 40 milioni di euro e l’advisor Goldman Sachs, che ha aperto una linea di credito a garanzia, sta reclutando gli altri partner.

«Il dado è tratto» scrive su Twitter Mark Pannes, il braccio destro di Pallotta, con tanto di foto della copertina del dossier e citazione latina scritta a penna «Audentes fortuna iuvat» (la fortuna aiuta gli audaci). «Ora faremo la nostra parte con rigore, nell’interesse della città» scrive invece Marino. A Roma è tornato anche l’architetto Dan Meis, impegnato a rifinire gli ultimi dettagli compresa la Curva Sud. «C’è stato qualche ritardo nella consegna – sottolinea Caudo a Trs – che doveva avvenire ad aprile». Problemi inevitabili, ma stavolta la Roma fa sul serio.

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