(F. Maccheroni) – Oggi, 30 maggio, faccio fatica a vedere il sole. Vedo soltanto bandiere. E la sera sembra così lontana che ci vorrebbe un coltello per ammazare ogni ora, farla sparire e spalancare l’ora X, anzi l’ora del match, perché solo a pensarlo, l’X, viene l’orticaria… È il giorno della notte di coppe e di campioni, come dice Venditti, che n’ha scritta un’altra e c’ha messo dentro un altro sogno dopo quello dell’anno scorso, che c’ha fatto sentire uniti anche se siamo lontani. Quant’è vero. Ci siamo risentiti, rivisti. Abbiamo rincorso i campioni del primo scudetto. Amadei nel suo forno ci parlava di Pruzzo. E noi? Ci compriamo le Superga bianche perché le mette Falcao. A Testaccio le finestre sono giallorosse.
E anche molte strade sono state pennellate con i colori della Roma.Passeggiamo perché le ore non s’ammazzano con nessun coltello e non passano mai. Siamo in vacanza fra tante feste. Dove vai dopo la partita? Da Pierluigi? Porta bene. E gli autobus portano tanta gente, sono gonfi e dai finestrini escono altre bandiere giallorosse. Mannaggia che strano, adesso che vola tutto, le ore, i minuti, i sogni, adesso che quellora X è X fino ai rigori, a Diba che dà l’ultimo brivido prima delle mazzate e vorrei il coltello per ammazzare il 30 maggio. E che strano adesso che mi sveglio senza quelle ore di Roma, di Diba, per quell’altro 30 maggio maledetto.