(P. Pica) Tutto da rifare per la gara dei diritti tv del campionato di Serie A? I nodi sono tali e tanti che a poche ore dall’apertura delle buste l’azzeramento del bando è dato come lo scenario più probabile, mentre si surriscalda il clima tra i due grandi contendenti Mediaset e Sky. La Lega Calcio ha 21 giorni di tempo per svolgere tutti gli approfondimenti necessari e dovrà quindi pronunciarsi entro il 25 giugno: l’assemblea potrebbe essere convocata tra il 19 e il 23. Il percorso per uscire dal caos creato dalle offerte dei gruppi Murdoch e Berlusconi, oltre che dagli americani di Fox e Eurosport, al momento non è chiaro a nessuno. Nessuna delle offerte presentata potrebbe alla fine risultare coerente con l’asta suddivisa nei tre lotti: digitale terrestre, satellite e 12 squadre. «Ci sono regole chiare: vince chi offre di più pacchetto per pacchetto. E noi siamo certi che anche in Italia valga questo principio» ha attaccato Jacques Raynaud, vice-presidente esecutivo Sport Channels & Advertising di Sky Italia nella prima replica a Marco Paolini, direttore marketing strategico di Mediaset. Quest’ultimo aveva parlato di «una mossa aggressiva e di una difensiva. I pronostici davano Beppe Grillo vincitore alle Europee ma poi ha vinto Matteo Renzi».
La metafora elettorale non è piaciuta al manager di Sky, uscito perdente dalla precedente gara sui diritti per la Champions League, che ha affidato alle agenzie una nuova dichiarazione: «Paragonare un bando di gara a una competizione elettorale con exit poll è del tutto fuori luogo. Le regole del bando di gara per i diritti della serie A sono state approvate dall’Autorità Garante della concorrenza e del mercato e dall’Agcom e Sky si è attenuta scrupolosamente a queste regole». Paolini però ha insistito: «Le regole non sono state rispettate, piano a dare lezioni di correttezza a noi italiani». A questo punto, gli scenari possibili sarebbero tre, secondo quanto ipotizzato dall’agenzia Radiocor: il «cappotto » di Sky sulle partite delle grandi squadre, l’en plein di Mediaset su tutte le partite in digitale e, appunto, l’annullamento della gara. La questione forse più complessa riguarda l’offerta «vincente» di Sky Italia sulle partite delle grandi squadre di serie A, sia per il satellite sia per il digitale. L’ipotesi non sembrerebbe esplicitamente vietata dal bando, ma potrebbe essere in contrasto con le linee guida per l’asta approvate dall’Antitrust. Poi c’è l’assenza di offerte per le partite via internet che in base al regolamento darebbe all’advisor Infront la possibilità di azzerare tutta la gara. Se la Lega Calcio decidesse per l’offerta più alta, Sky si ritroverebbe padrona di tutti i match delle grandi squadre sia in digitale sia in satellite pagando 770 milioni, meno dei 900 attesi dalla Lega, mentre l’offerta di Mediaset decadrebbe. È chiaro e lo si capisce dal tono delle dichiarazioni di Mediaset, che sarebbero sollevati profili di tutela Antitrust difficilmente contestabili. Proprio con il Garante è probabile che vada definita la soluzione per evitare la guerra dei ricorsi.