(U. Trani) – L’occasione per l’Italia, guardando l’Atlantico dal nordest del Brasile, è irripetibile. All’ora di pranzo, alle 13 (le nostre 18) e quindi con il caldo e l’umidità che in questa regione tolgono fiato e lucidità (le previsioni, però, annunciano la pioggia), affronta la Costa Rica che guida il gruppo D: stessi punti degli azzurri, ma migliore differenza reti con il 3 a 1 sull’Uruguay. Con il successo, la nazionale di Prandelli avrebbe la strada spianata nel mondiale e dieci giorni, da domani al 29 giugno, per preparare gli ottavi, con la terza partita, martedì a Natal contro l’Uruguay, per chiudere al primo posto. E se finirà in testa la prima fase, tornerà proprio qui, a Recife, la più antica capitale brasiliana.
IDENTITÀ E FINALIZZATORE
Prandelli ha il suo fianco Balotelli, nella conferenza stampa della vigilia. Il ct e il centravanti sono i riferimenti dell’Italia in questo mondiale. Il primo insiste sull’impronta lasciata in quattro anni dalla sua nazionale: il gioco, prima di tutto, prendendosi l’iniziativa contro qualsiasi avversaria e scegliendo il possesso palla per indirizzare ogni sfida. «Fin dall’inizio abbiamo cercato di avere un’idea di calcio e sono convinto che sia la strada giusta, quella della qualità, cercando di valorizzare le doti dei singoli» spiega Prandelli. Nel nuovo sistema di gioco (4-1-4-1), davanti c’è solo SuperMario, match winner sabato scorso a Manaus contro l’Inghilterra: «Se andiamo a vedere i suoi quattro anni con noi, era quello che ci doveva portare in capo al mondo, due mesi dopo per alcuni non doveva neppure venire al mondiale. Non si deve gestire. Può esser decisivo, ma è importante che resti concentrato e giochi con la stessa intensità mostrata contro l’Inghilterra e dare il cento per cento. Se lo farà bene, altrimenti ci sarà un altro giocatore altrettanto bravo pronto a prendere il suo posto. Lui è una risorsa come lo sono tutti quelli che ho portato qui» chiarisce il ct, anche per non far restare perennemente l’attaccante sotto i riflettori, come invece accade ogni giorno e ancora di più qui in Brasile.
AVVERSARIA CONOSCIUTA
La Costa Rica non è rivale morbida. Anzi, dimostra di essere quadrata. Il ct Pinto, da sempre, analizza il calcio europeo. Colombiano, 62 anni, ha lavorato in Argentina e in Brasile, studiato i metodi di lavoro in Germania ed è collezionista di dvd sul nostro movimento. Ha seguito Lippi, Sacchi e Trapattoni. Preferisce difendere con il 5-3-2. Ma la sua nazionale è aggressiva e spigliata. Davanti ha interpreti capaci di decidere il match. «Abbiamo seguito anche noi, da mesi, con particolare interesse il Costa Rica che ha vinto meritatamente contro l’Uruguay. I giocatori conoscono il loro sistema di gioco a memoria, in cui sono sfruttate al meglio le caratteristiche di ognuno. E’ temibile perché fisicamente sudamericana e nell’organizzazione europea. In attacco ha tre uomini bravi nell’uno contro uno». Attenzione a Campbell. «E’ giocatore moderno che calcia bene da fuori e dialoga con le altre punte».
SBALZI DI TEMPERATURA
Prandelli, al contrario di Pinto, è intransigente. Servono i time out, ma non è detto che il medico Fifa li autorizzi. «Sapevamo di trovare questi gradi e questa umidità. Non abbiamo scuse. Il clima non è comunque normale, cambia in fretta». E rivela che alle 13,25 i gradi 29 gradi e 56 per cento di umidità, alle 13,45 quasi 40 gradi e tasso di all’80 per cento. Due dubbi per la formazione. «Barzagli mercoledì ha avuto qualche problema e ora sta bene. Se avrà meno dolore, giocherà. Buffon ha sempre un po’ di gonfiore ma se la reazione dopo l’allenamento sarà buona, andrà in campo». Il difensore è in bilico: pronto Bonucci. Recuperato, invece, il portiere. Confermati gli altri due cambi: Abate per Paletta e Thiago Motta per Verratti.