(G. Giubilo) – Era comparso qualche raggio di sole, dopo la bella prova dei resti della Roma, capaci di frenare la marcia di una capolista ancora vergine da sconfitte. Poi il cielo romanista si è presto adeguato all’irrompere del clima invernale, magari in ritardo ma inariabilmente sgradevole.Nuvole nere sul fronte societario, ma anche sull’umore dei tifosi: quelli veri, non gli stessi che avevano spedito Vucinic a Torino per far grande la Juventus, che per mesi hanno bofonchiato su Daniele De Rossi considerato una scarpa vecchia, che non si sono fermati neanche di fronte al campione di più alto livello che la storia giallorossa abbia mai espresso. La contestazione verso Francesco Totti ha purtroppo trovato una risonanza mediatica di notevoli proporzioni, come la dimensione del personaggio pretendeva. Schieramento quasi a senso unico in difesa del prestigio e dell’immagine del capitano.
Un dibattito ampio, del quale non si avvertiva l’esigenza, in presenza di una classifica non esaltante e di ulteriori impegni complessi , prima il San Paolo di Napoli, poi il Dall’Ara che ha fatto pace con il suo Bologna rivitalizzato da Stefano Pioli. Non prevista la presenza di cronisti, per la festa di Natale giallorossa: Sky (pesano, i soldi della televisione) si è assicurata un varco privilegiato, che l’ha portata a diretto contatto con il risentimento di Francesco, che mai avrebbe immaginato di poter diventare oggetto di contestazione per un rigore fallito. L’intervista, e le sue pesanti conseguenze, chiamano in causa la strategia della comunicazione societaria, proprio quando sembravano superati i disagi prodotti negli anni precedenti da una gestione assente, prima ancora che deficitaria. Un passo falso che poteva, e doveva, essere evitato, non apprezzabili i segnali di reazione da parte di chi gestisce Trigoria. Inevitabile che il tifo, ma anche la critica, siano spiazzati: specialmente quando cambiano gli scenari del potere economico, anche se la solidità della cordata americana non è in discussione. A lungo abbiamo lamentato l’assenza totale di voci autorevoli, c’era soltanto Spalletti a svolgere un compito che non gli spettava, unico interlocutore per gli addetti all’informazione. La Roma è ancora in tempo per ricompattare le file e per rispondere a chi invoca maggiore chiarezza, sia Franco Baldini, sia Walter Sabatini sono in grado di onorare questo ruolo, attendiamo che finalmente si facciano vivi.