“Mio nipote ha riconosciuto, in un momento di lucidità, Daniele De Santis. Ciro – il tifoso del Napoli morto questa mattina al Policlinico Gemelli – gli era andato incontro per bloccarlo. De Santis, ha raccontato mio nipote, buttava bombe carta contro il pullman dei tifosi pieno di donne e bambini. Non si era accorto che De Santis fosse armato: e quello gli ha sparato. Dopo una piccola colluttazione, De Santis è caduto a terra, e ha continuato a sparare, ferendo anche altri ragazzi assieme a Ciro. Poteva essere una strage”.Così Pino Esposito, zio di Ciro, in un’intervista a Servizio Pubblico rivela nuovi particolari sugli scontri di Roma del 3 maggio scorso, particolari ora al vaglio degli inquirenti.
“Daniele De Santis – prosegue Pino Esposito – non era solo a sparare contro il pullman di tifosi napoletani: con lui c’erano altre persone con i caschi”.
La famiglia, in un comunicato diramato stamattina dopo che si è spento Ciro, ha ribadito che il giovane “è intervenuto in via Tor di Quinto a Roma per salvare i passeggeri del pullman delle famiglie dei tifosi del Napoli calcio. Ciro è morto per salvare gli altri. E’ un eroe civile. Noi chiediamo alle istituzioni di fare la loro parte. Daniele De Santis non era solo. Vogliamo che vengano individuati e consegnati alla giustizia i suoi complici. Vogliamo che chi, nella gestione dell’ordine pubblico, ha sbagliato paghi”.
Fonte: Serviziopubblico.it
“Mi ha sparato il chiattone”. Con queste parole dette ad un parente durante i lunghi giorni della degenza Ciro Esposito accusò Daniele De Santis di avergli sparato. E la conferma del riconoscimento di De Santis da parte del tifoso napoletano sarebbe arrivata dagli stessi genitori di Ciro Esposito ascoltati oggi, 25 giugno, dagli uomini della Digos di Roma.
La procura attende ora una relazione degli investigatori al fine di inserire le dichiarazioni ‘de relato’ nel fascicolo processuale. Intanto per De Santis l’accusa non è più di tentato omicidio ma di omicidio volontario ed è stato trasferito, per motivi di sicurezza, dal Policlinico Umberto I nella struttura protetta dell’ospedale Belcolle di Viterbo. Il pm, Eugenio Albamonte, titolare dell’inchiesta giudiziaria, deve, tra l’altro, nominare il medico legale al quale sarà affidato l’incarico di eseguire l’autopsia su Esposito.
Fonte: blitzquotidiano.it