(C. Zucchelli) Quando Rudi Garcia ha chiesto una squadra che fosse pronta per la Champions League, magari non sapeva con precisione il coefficiente Uefa, ma poteva immaginarlo. Dopo 3 anni senza coppe europee, sapeva che la Roma non sarebbe stata nell’élite della competizione più prestigiosa, ma forse si aspettava qualcosa di più del penultimo posto tra le 22 squadre già sicure di partecipare. Ieri sul sito della Uefa sono stati pubblicati i coefficienti dei club già qualificati e la Roma è davanti soltanto al Monaco.
Il timore Considerando che mancano ancora 10 squadre che si devono qualificare e che, tra quelle in lizza, 9 hanno un punteggio migliore di quello di Totti e compagni (39.887), la Roma deve sperare in un miracolo per non partire in ultima fascia, dove sono relegate le peggiori 8. Senza sapere se e quanto Garcia sia credente, la Roma ha scelto di affidarsi all’esperienza di chi la coppa o l’ha vinta (Maicon e Cole) o l’ha disputata per tanti anni: da Gervinho a Totti e De Rossi fino a Pjanic, in quello che al momento sembra l’undici titolare soltanto quattro giocatori non hanno mai disputato la Champions. E fa sorridere che uno di questi, Benatia, che oggi è ambito da club che puntano a vincerla, si sia limitato soltanto ai preliminari.
Best moments Se delle 50 presenze di Totti si ricordano le magie del Bernabeu e del Mestalla, vanno anche ricordate le batoste di Manchester o Donetsk, delle 48 di Maicon si ricorda la notte del trionfo interista a Madrid e delle 106 di Cole (il veterano) la vittoria a sorpresa con Di Matteo in panchina. Di Garcia, invece, come racconta lui nel libro, si ricorda la delusione per il mercato del Lilla che, a suo dire e scrivere, non gli aveva messo a disposizione la rosa che voleva.
Prima la testa La Roma, invece, sta assecondando ogni sua richiesta. Come ha dimostrato anche il fallimento del Brasile al Mondiale, in competizioni di così alto livello la testa conta come e quanto (se non di più) delle gambe. Per questo passare in due anni dalla coppia Piris-Dodó a quella Maicon-Cole ha il suo peso. Senza complimenti né offese per nessuno, è pura cronaca. Così come è cronaca che la Roma avrà un antipasto di Champions nella tournée americana: affrontare squadre come Liverpool, Real o United magari può essere più impegnativo a livello fisico rispetto all’amichevole coi boscaioli di Riscone, ma può essere determinante sotto tutti gli altri punti di vista.
I debuttanti Per questo Garcia, che poco ama i ritiri lunghi e lontani, ha accettato la scelta di Pallotta di trascorrere quasi 3 settimane negli States. L’esperienza servirà ai veterani e soprattutto ai debuttanti: da Destro a Castan (che però ha giocato e vinto la Libertadores) fino a Nainggolan e Strootman passando per Florenzi, più di qualcuno a Trigoria farà bene a farsi raccontare cosa sia la Champions. Per questo, ad esempio, c’è anche chi in rosa l’ha vinta due volte: Keita. E non è stato preso neanche per fare il titolare.