(M. Ferretti) – Cacciato da Genova, sponda Sampdoria, con il portafoglio dimezzato e la fuoriserie senza ruote, misteriosamente sparite nella notte, Sergio Romero, il nuovo eroe argentino per via dei due rigori parati contro l’Olanda, è un portiere storicamente non affidabile. O, a esser un po’ meno severi, quanto meno sfortunato, considerato l’elevatissimo numero di papere collezionate in carriera, soprattutto nel campionato italiano. Roba davvero incredibile: palloni tra le gambe, rinvii precisi precisi sui piedi degli avversari, uscite a vuoto, deviazioni alle proprie spalle e via dicendo. Un autentico campionario di orrori. Fare il nome di Romero a un tifoso della Samp significa (ri)aprire una profonda ferita. Non solo nefandezze in Italia, però. Basti pensare che, dopo la fallimentare esperienza a Genova, nella passata estate è finito in prestito con diritto di riscatto al Monaco di Claudio Ranieri diventando, nel giro di un paio di partite, la riserva del croato Danijel Subašic. Un botto dietro l’altro. La conclusione? Il cartellino di Romero è ancora della Sampdoria (il Monaco – ovviamente – non ha esercitato il diritto di riscatto) che, a questo punto, domenica tiferà da morire per l’Argentina. Perché vendere un campione del mondo è sempre un grande affare, no?
DESTINAZIONE CAPITALE E pensare che c’è stato un momento in cui Romero è stato a un passo dalla porta della Roma. Estate 2011, nuova società, nuovo direttore sportivo, Walter Sabatini, nuovo allenatore, Luis Enrique. Che, per sistemare le cose tra i pali giallorossi, aveva fatto tre nomi: Kameni dell’Espanyol, sponsorizzato in primis da Ivan de La Pena, Stekelenburg dell’Ajax e appunto Romero dell’AZ Alkmaar (ironia del destino, lì svezzato da Louis van Gaal…). Con l’olandese in prima fila. Trattativa complicata assai con l’Ajax, però, così il ds decise di bloccare Romero, lo fece andare a Trigoria, trovò l’accordo con lui sull’ingaggio e sulla durata del contratto evitando però di mettere nero su bianco prima di effettuare un ultimo tentativo per Stek. Il giorno dopo Sabatini dichiarò pubblicamente, bluffando, che la Roma aveva preso Kameni e invece il giorno dopo ancora prese Stekelenburg. E Romero? Alla Samp, appena retrocessa in Serie B e diretta in quel periodo da Pasquale Sensibile, dirigente vicinissimo a Sabatini. Anzi, il figlioccio del ds.
ROBA DA GUERCIO Non basta parare due rigori per diventare d’incanto un grande portiere. Non è da questi particolari che si giudica un giocatore. Parare due rigori può riuscire a chiunque, grandi e piccini, scarsi o fenomeni. Fortuna più che abilità. E anche appunti sugli avversari nascosti negli slip. Però ti aiuta ad accrescere la tua popolarità. E Romero, El Chiquito, più apprezzato dalle tifose che dai tifosi, ha ricevuto i complimenti – non certo di natura tecnica – anche da parte della pop star Rihanna. Così Eliana Guercio, splendida moglie di Sergio, modella, show girl, sex symbol, una passione per le foto hot e una decina di anni in più del portiere, ha replicato ai tweet di Rihanna con una battuta: «Se vinciamo il Mondiale presto per una settimana mio marito a Rihanna». Con un enorme diritto di controriscatto, comunque.