Argentino uno, uruguayano l’altro. I numeri 9 e 7 stampati dietro alle maglie. Si tratta di Pablo Daniel Osvaldo, nato a Buenos Aires il 12 gennaio 1986, e di Edinson Cavani, nato a Salto il 14 febbraio 1987. Simba è stato soprannominato il primo dai tifosi giallorossi, come il figlio del Re Leone, famoso personaggio dei cartoni animati Disney, per le analogie fisiche e nel modo di esultare con un altro attaccante romanista del passato, l’argentino Gabriel Omar Batistuta, che a sua volta era soprannominato proprio Re Leone. El Matador è il soprannome affibiato a Cavani dai tifosi partenopei, per il suo fiuto del gol e la facilità con cui trova la porta da qualsiasi posizione. Due bomber di razza, due giocatori che sotto porta non fanno complimenti, anzi, se potessero entrerebbero in rete con tutto il pallone. Cavani lo ha fatto eccome, già lo scorso anno, segnando ben 33 gol ed entrando nel cuore dei tifosi napoletani. Osvaldo piano piano si sta conquistando la piazza romana, una piazza non facile da accontentare, ma che una volta che riesci a portartela dalla tua parte ti coccola all’infinito. Domenica sera si troveranno contro per la prima volta in carriera e proveranno, a suon di gol, a portarsi a casa tre punti fondamentali sia per la Roma che per il Napoli.
PABLO DANIEL OSVALDO
L’attaccante argentino inizia a giocare a calcio nel 1995, a 9 anni, nel settore giovanile del Lanùs. Nel 1999 si trasferisce al Banfield e l’anno successivo all’Huracan, squadra del campionato argentino di seconda divisione, sempre nelle giovanili. Il suo fiuto del gol ed il suo talento sotto porta impressionano i dirigenti del club argentino che lo portano in prima squadra, con cui esordisce nel 2005 e colleziona ben 33 presenze ed 11 gol. Il suo nome inzia a circolare anche in Europa, nel calcio che conta, e nel 2006 arriva in Italia all’Atalanta, coronando un sogno. L’esperienza italiana però, fra Bergamo, Lecce, Firenze e Bologna non è delle più rosee e nell’estate del 2010 viene acquistato dall”Espanyol. In Spagna rinasce completamente: ben 17 le reti segnate nel primo anno di Liga. 17 reti che non sono passate inosservate, ma colpiscono sopratutto Luis Enrique e Sabatini, che lo vogliono fortemente alla Roma. Con la maglia giallorossa in questo inizio di campionato, Osvaldo ha “smitragliato” già 7 volte sotto la Sud, stregando parte della tifoseria con quella grinta e quella cattiveria che a Roma fanno impazzire.
EDINSON CAVANI
Edinson Cavani inzia a giocare a calcio nelle giovanili del Danubio nel 2000 ottenendo dei buoni risultati, ma a causa della sua fragilità fisica viene inizialmente soprannominato El Botija, termine gergale uruguaiano con cui si indica un bambino. Ma il “pupo” uruguayano ci mette poco a far ricredere chi non ci avrebbe scommesso neanche un euro, collezionando ben 25 presenze e 9 reti a neppure vent’anni, in due sole stagioni con la prima squadra del Danubio. Walter Sabatini, profondo conoscitore del calcio sudamericano, all’epoca ds del Palermo, decide di puntare tutto sul Matador e di portarselo in Sicilia: la fiducia concessagli viene subito ripagata. Infatti Cavani in quasi tre anni di Palermo colleziona 109 presenze e 34 reti. Nell’estate 2010 Il Napoli di De Laurentis decide di acquistarlo dal Palermo pagandolo a peso d’oro. Ma il matrimonio fra Cavani ed il San Paolo è presto fatto: 33 reti e 47 presenze bastano a far innamorare i tifosi partenopei ed a farlo entrare nell’albo dei calciatori più amati nella storia del Napoli.
A cura di Edwin Iacobacci