(A. Austini) Si è imbarcato dal Sudamerica senza sapere dove sarebbe andato a giocare. Atterrato a Fiumicino, ha scoperto che poteva fermarsi lì. Niente Juve, lo ha comprato la Roma. «Non ho mai programmato un viaggio per Torino – conferma Iturbe presentato ieri a Trigoria con la maglia numero 7 in bella mostra e tutta la famiglia ad ascoltarlo – quando sono arrivato il mio procuratore mi ha detto che c’era questa buona offerta e gli ho detto: va bene, firmiamo subito».
Alla Roma, più di tutti, lo ha voluto Sabatini. «Lo ringrazio che mi ha portato in una grande squadra – prosegue l’argentino – e ora devo tocca a me. Sono giovane, con Totti, De Rossi e con Garcia imparerò tante cose. L’allenatore mi ha detto che vuole utilizzarmi come al Verona: penso che giocheremo col 4-3-3, come lo scorso anno. Lo scudetto? Speriamo». Iturbe vuole dare un contributo particolare alla causa: «Mi piace essere un po’ cattivo in campo perché sono un po’ pazzo». E i romanisti già sognano le sue «follie».
Sabatini, invece, pensa a come rinforzare ulteriormente l’attacco. E, guarda caso, si ritrova a sfidare di nuovo la Juventus: i bianconeri fanno sul serio con Shaqiri e sono pronti a formulare un’offerta al Bayern (richiesta 20 milioni) mentre il Milan si è defilato. La Roma tiene un occhio vigile sullo svizzero ma prima deve cedere Ljajic: il club vuole 15 milioni, diversi club tedeschi (Schalke, Borussia, Bayer Leverkusen e Wolfsburg) ci stanno pensando. E il ragazzo ha già fatto sapere ai dirigenti che non lo alletta una stagione da riserva.
La Roma, che ha sempre in pugno Carrasco, deve pensare anche alla difesa. Se parte Benatia (ma l’offerta ancora non c’è) i rinforzi saranno due. Garcia aspetta uno fra Basa e Toloi, tanto per cominciare.