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CORRIERE DELLO SPORT. Addio a Marini Dettina, presidente di Sormani e Charles in un altro calcio

Marini Dettina

(R.Maida) – Gli hanno tolto tutto, tranne l’onore. Quello se l’è tenuto fino all’ultimo, pretendendo di portarlo con sé nell’altra vita. Era un simpatico megalomane, un presidente con le ali, ma non chiese mai aiuto a nessuno mentre il volo immaginifico stava per finire.[…]

LUTTO – Marini Dettina è morto ieri a 94 anni, molti dei quali dedicati alla Roma. Da tifoso, da dirigente, infine da presidente e proprietario. «Solo Franco si è rovinato alla guida della società, gli hanno fatto delle cose inenarrabili» ha detto di lui Gaetano Anzalone, uno dei suoi successori. Voleva tutto e subito, compulsivo come solo i tifosi veri sanno essere. Ancora oggi lo menzionano per lo scriteriato acquisto di Sormani (mezzo miliardo di lire bruciato). […]

VERITA’ – Era il 31 dicembre 1964. La società era sommersa dai debiti, la squadra era senza stipendio da mesi, mancavano i soldi per la trasferta di campionato a Vicenza. Il resto è a metà tra realtà e mito. L’organizzazione della colletta fu attribuita all’allenatore, Juan Carlos Lorenzo. Ma Giacomo Losi, capitano della Roma di allora, racconta un’altra storia: «Ho sempre pensato che l’idea fosse stata di un gruppo di soci, che allora finanziavano la Roma, per screditare Marini Dettina. A noi giocatori non dissero nulla. Alla fine dell’allenamento, ci chiesero solo di andare a salutare i tifosi al Sistina per la festa di fine anno» . Poi la sorpresa: «A un certo punto uno di questi signori tirò fuori un cappello, chiedendoci di raccogliere offerte per salvare la società» . E Losi fu costretto ad eseguire: «Ma la cifra raccolta era molto bassa, sarebbe bastata a pagare un solo giocatore.» Decidemmo di darla in beneficenza alle vittime del Vajont , la tragedia che aveva sconvolto l’Italia nell’ottobre del 1963.

IL RITRATTO – Losi racconta così il presidente scomparso: «Era un uomo buono, una persona generosa come nessun’altra. Forse la sua bontà l’ha tradito, si fidava troppo degli altri» . Paracadutista decorato con la medaglia al valore militare, il conte aveva combattuto nella Seconda Guerra Mondiale la battaglia di El Alamein. Scalò la Roma dopo una specie di congiura di palazzo, orchestrata per estromettere Anacleto Gianni. Era il 1962. Tre anni dopo, stritolato dai debiti, fu costretto a mollare il timone a Franco Evangelisti, non prima di aver conquistato la Coppa Italia 1963/64, la prima delle nove della Roma. Curiosamente, durante la sua gestione si insediò per qualche mese l’unico allenatore spagnolo della storia romanista prima di Luis Enrique: Joan Mirò.[…]

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