(F. Magliaro) Giovedì 31 luglio è il D-Day per lo Stadio: il Comune darà il responso al progetto di fattibilità presentato dalla società Eurnova del Gruppo Parnasi.
Nelle «stanze dei bottoni», però, complice anche il clima avvelenato dall’arrivo – per altre storie – di tre avvisi di garanzia ad altrettanti funzionari dell’Urbanistica, tutti e tre al lavoro anche sullo Stadio, il clima è pesante e le valutazioni sul progetto del Gruppo di Lavoro, preparatorio alla Conferenza di Servizi, non sono positive. Vediamo perché in otto punti.
LA STIMA DEI COSTI
Ad inizio settimana, è stata completata l’analisi dei costi che Eurnova ritiene di dover sostenere per costruire le opere pubbliche – strade, fognature, parcheggi, verde pubblico – necessarie al sistema Stadio. Il Comune ritiene questi costi sottostimati di almeno il 30%. Invece dei 270 milioni preventivati da Parnasi (che ne coprirebbe solo 50), l’investimento reale dovrebbe essere intorno ai 350 milioni di euro. Il timore è che, avallando questo aspetto del progetto così com’è, una volta iniziati i lavori si possa rendere necerssaria una «variante di progetto» per evitare il blocco dei cantieri, con richiesta di aumento di cubature per scongiurare il rischio di creare altre situazioni come quelle della Nuvola di Fuksas o delle Vele di Calatrava.
PARCHEGGI Nel progetto, si ritiene che 6mila auto di tifosi siano occupate da 3 persone per veicolo. Alla Mobilità ritengono errata questa ipotesi e, di conseguenza, che i posti auto siano sottostimati. Anche perché una parte consistente dei parcheggi sarebbe a pagamento, a 5 e 10 euro a partita. Il rischio paventano dalla Mobilità è che non solo la quantità in sé sia sottostimata ma che proprio i costi così onerosi possano spingere molti alla ricerca del posto selvaggio, con caos in tutto il quadrante.
INFRASTRUTTURE Alla Mobilità ritengono che gli interventi proposti nel progetto di adeguamento delle strade principali – via del Mare, via Ostiense e Roma-Fiumicino – siano inadeguati e che il progetto sia troppo limitato alle immediate vicinanze dello Stadio per essere davvero fruibile per tutta la città.
TEMPI DI AFFLUSSO Anche il calcolo delle fasce orarie dei tempi di afflusso allo Stadio in occasione degli incontri viene ritenuto non attendibile perché, in caso di partite infrasettimanali, i tifosi si sommerebbero agli altri cittadini che gravitano in quel quadrante, mandando la città ulteriormente in sofferenza.
METROPOLITANA È uno dei nodi che non convince né l’assessore Guido Improta né il titolare dell’Urbanistica, Giovanni Caudo. Entrambi ritengono che allo Stadio ci si debba poter arrivare in metro. Ma, in primo luogo, in Comune non esiste nemmeno uno straccio di progetto che preveda nuove instrastrutture di metropolitana in quella zona. In secondo luogo, a parte la Metro B – per il quale l’unica ipotesi di studio accademico prevederebbe uno scambio come alla fermata «Bologna» e un ponte per saltare i binari dal costo superiore ai 100 milioni e tempi di realizzazione indefiniti – l’altra linea su ferro, la Roma-Lido di Ostia, già è al limite del collasso oggi ma, soprattutto, è di proprietà della Regione Lazio che pensava di darla in gestione ai francesi di Ratp.
CUBATURE Il progetto Eurnova è diviso in due parti: il Quadro A – che comprende lo Stadio vero e proprio, l’area chiamata Trigoria (campi da allenamento, palestre, commerciale, uffici, il ristorante panoramico, la Hall of Fame), i 5.800 metri quadri di commerciale che includono il centro Nike, i parcheggi e il verde pubblico – e il Quadro B, cioè le cubature aggiuntive tutte utilizzate per uffici e negozi e due hotel. Cemento aggiuntivo pari a circa 970mila metri cubi. Si tratta di ciò che Eurnova ritiene necessario per «far quadrare i conti» delle opere pubbliche.
All’Urbanistica, però, non paiono molto propensi a dare l’ok a questa parte del progetto. Non si vedrebbe, a parere dei funzionari, quale sia la pubblica utilità per la città di questa parte dell’opera che, anzi, viene vista più come una speculazione edilizia. Anche perché, argomentano in Campidoglio, la sostenibilità dell’intero piano – oggi calcolato con mutui ventennali – si potrebbe raggiungere senza cubature aggiuntive ma prolungando la durata dei mutui.
DIFFICOLTÀ POLITICHE Vi è un aspetto da non sottovalutare: in Assemblea capitolina molti esponenti della maggioranza che sostiene la Giunta Marino hanno a più riprese espresso quanto meno dubbi, se non proprio la loro contrarietà all’opera
POSSIBILI SCENARI Le indiscrezioni raccolte fra i corridoi capitolini indicano come possibile esito della Conferenza di Servizi un «nì: ovvero «sì», ma con consistenti prescrizioni e modifiche al Quadro, e «no» al Quadro B. Sarebbe nei fatti una bocciatura ufficiosa ma non ufficiale del progetto. Se così fosse, due strade possibili. La prima: Parnasi ritira lo Studio, lo rielabora e lo ripresenta corretto con tutte le indicazioni. La seconda: si va dritti al progetto definitivo. In quel caso, sarà la Regione a indire la Conferenza di Servizi finale ma il progetto dovrà tener conto delle prescrizioni redatte dalla Conferenza di giovedì 31 luglio. In mezzo, però, ci vuole il voto del Consiglio comunale.