(A. Bocci) – L’agenda azzurra di Antonio Conte è già piena. Il nuovo allenatore della nazionale è rientrato ieri a Torino e stasera sbarcherà a Roma per una full immersion di due giorni: l’incontro con Tavecchio, la firma sul contratto biennale (4 milioni a stagione), la presentazione alla stampa in cui sarà spiegato il doppio contratto dell’ex bianconero, pagato metà dalla Federcalcio e metà dalla Puma. Il presidente Tavecchio, in vacanza in Val Gardena, si è stizzito per le polemiche di questi giorni:«Lo sponsor non condizionerà le scelte di Antonio».
Soprattutto quelle relative a Mario Balotelli. Sono entrambi uomini dell’azienda tedesca, Mario però è soprattutto uno dei responsabili, forse il principale, del fallimento della nazionale al Mondiale brasiliano. Prandelli lo aveva messo al centro del progetto, Conte lo retrocederà a soldato semplice. Non sarà più, almeno all’inizio, l’Italia di Balotelli. Ma sarà lui a dover rincorrere l’Italia. Tra Conte e Balo non è previsto nessun contatto in questi giorni. L’allenatore apprezza le qualità di Mario e spera di poterlo impiegare a fianco di Giuseppe Rossi, che poi era anche il sogno di Prandelli prima dell’infortunio di Pepito. Ma Balotelli la maglia azzurra dovrà conquistarla: con il lavoro sul campo, mettendoci anima e corpo nei raduni a Coverciano, seguendo le indicazioni del tecnico, comportandosi bene. Per Conte il codice etico è semplice: sputare l’anima. E non apprezza particolarmente quei giocatori che concentrano le proprie attenzioni sui social a scapito dell’impegno quotidiano. Inoltre, l’attaccante del Milan, al pari di Marchisio, è squalificato per la partita contro la Norvegia (il 9 settembre a Oslo) e il tecnico sta valutando se inserirlo nel primo giro di convocazioni per l’amichevole con l’Olanda (il 4 settembre a Bari) o lasciarlo fuori. Deciderà nei prossimi giorni, dopo aver dato una telefonata a Inzaghi. Conte promette un contatto continuo con i suoi colleghi, anche con quelli con cui non aveva buoni rapporti quando allenava la Juventus. Chiederà e offrirà collaborazioni. Vedremo con il tempo quali saranno i risultati. Di sicuro sarà un allenatore a tempo pieno. Guiderà la prima squadra, seguirà il lavoro delle nazionali giovanili, esporterà il marchio Puma e quello della Federazione in giro per il mondo. Ma l’accordo con lo sponsor tecnico è soltanto l’inizio di un percorso nuovo. Giulia Mancini, che ha lavorato all’intesa con la casa tedesca, è all’opera per coinvolgere altre aziende legate a via Allegri. Intanto la Puma, vincolata all’Italia del calcio sino al 2018, è pronta ad allungare l’impegno ben oltre il 2020. Un contratto a vita o quasi. E questo, in un secondo tempo, potrebbe favorire la permanenza dell’ex bianconero sulla panchina azzurra oltre l’Europeo francese. Ma non c’è fretta. Perché il mandato di Tavecchio scade tra due anni e nel calcio, specialmente in Italia, tutto cambia molto in fretta. Intanto Carlo Ancelotti, re d’Europa e allenatore del Real Madrid, applaude il nuovo allenatore. «Antonio è l’ideale, la scelta giusta per l’Italia. Penso che farà bene». E i suoi vecchi giocatori, da Buffon a Chiellini, passando per Pirlo, lo hanno salutato con una serie di sms calorosi. Conte è già al centro della scena