(C.Zucchelli) – In passato la sua era la conferenza più attesa, e in molti casi più sincera, del precampionato. Quest’anno, dichiarazioni post amichevoli a parte, Francesco Totti è rimasto in silenzio. In sala stampa non si è mai visto, in campo invece la sua è stata una presenza costante: nessun allenamento saltato, alla vigilia dei 38 anni da compiere tra un mese, sempre in testa a tirare il gruppo e in prima fila nelle esercitazioni tattiche.La sua forza sta proprio lì: ogni anno ricomincia come se fosse il primo, ben consapevole, invece, che almeno stando al contratto sarà il penultimo.
STRATEGIA Non ci pensa, Totti. E non ci pensa neppure Garcia, che per avere il capitano nelle migliori condizioni possibili ha studiato, insieme a Vito Scala, un programma per averlo sempre al massimo: ancora allenamenti personalizzati nel giorno successivo alle partite, stress psico-fisici ridotti al minimo, nessun progetto a lungo termine. Per questo nei big match Totti sarà il punto cardine della Roma, nelle partite contro avversari di livello medio-basso il suo impiego verrà deciso di volta in volta. E non sarà (quasi) mai di 90’: lo scorso anno ha giocato 29 partite per un totale di 1841’. La media è di 63’, cioè poco più di un’ora a incontro. Per quest’anno la strategia, risultato permettendo, sarà la stessa.
I RUOLI Garcia, ancora una volta, disegnerà una Roma con Totti e una senza di lui. Il capitano, come da sempre in carriera, non ha un ruolo definito e in rosa non c’è un suo vice.Degli attaccanti che il tecnico ha a disposizione, ognuno ha qualcosa di Francesco: Destro il senso del gol, Pjanic la tecnica, Iturbe la capacità balistica e Ljajic la fantasia. Ognuno può giocare con lui, tutti possono prenderne il posto ma la squadra non sarà mai la stessa. Ecco perché Garcia studia moduli alternativi ed ecco perché Montella, suo ex compagno, allenatore e suo caro amico, spera sempre che contro la Fiorentina non ci sia.
I RECORD Invece il 30 Totti sarà ancora una volta al centro del campo. Pronto a salire al quinto posto della classifica all time di presenze in Serie A: è a 561, a -1 da Pietro Vierchowod, puntando già Dino Zoff, ai piedi del podio con 570. Numeri buoni per le statistiche e che magari, a fine carriera, Totti riguarderà. Adesso però non gli interessano: di primati personali ne ha tantissimi, di scudetto soltanto uno. Ecco perché vuole che il ventitreesimo anno sia quello del secondo tricolore. D’altronde, il 23 è un numero primo e felice, cioè un numero il cui risultato, al termine di un particolare processo matematico, dà sempre uno. Davanti a tutti, quindi, ancora una volta, come stasera. Quando come sempre sarà il più applaudito dai tifosi.