(S. Canattieri) – Ignazio Marino lo ribadisce appena atterrato all’aeroporto JFK di New York: «La nostra stella polare è l’interesse pubblico. A partire dal tema dei trasporti». Traduzione: senza le giuste opere su gomma e soprattutto su ferro (allungamento della metro B e potenziamento della Roma-Lido), lo stadio di Tor di Valle sarà una meteora, destinata a scomparire.
E questa mattina alle 10 (ore 16 italiane) il sindaco è pronto a ribadire, cartine e tabelle alla mano, l’ultimatum a James Pallotta, presidente della Roma e partner dell’opera insieme al costruttore Luca Parnasi.L’appuntamento del briefing è fissato al quarto piano di un palazzo sulla Quattordicesima strada West, dove ci sono gli uffici della Raptor Group, la società del numero uno giallorosso. Due ipotesi: o un’intesa, altrimenti salterà tutto. Intorno al tavolo, oltre a sindaco e presidente del club, l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo, il costruttore Parnasi, Mark Pannes, appena uscito dal cda della Roma per occuparsi esclusivamente del dossier Tor di Valle, e Dan Meis, l’architetto progettista dello stadio.
LE ISTANZE – Il Comune è pronto a formulare una «serie di richieste imprescindibili» perché per il momento il progetto così com’è «non soddisfa» il Campidoglio, chiamato a esprimersi sulla «pubblica utilità dell’opera», come prevede la legge sugli stadi, entro il 3 settembre. «E il mio incontro – dice ancora il sindaco da New York – nasce proprio dall’esigenza di rispettare i tempi imposti dalla legge». Quindi per avere il libera – serve una delibera di giunta – molto dovrà cambiare. Marino non transige sull’aspetto dei collegamenti. A partire dagli snodi ferroviari. «Serve una forte cura del ferro», ha sempre detto il chirurgo dem. La prima mossa dunque è il prolungamento della Metro B fino a Tor di Valle: una pratica per il quale il Campidoglio attende 50 milioni di euro in più dalla newco. Soldi che si andrebbero ad aggiungere ai 220 milioni già messi in conto da Parnasi&Pallotta per il resto delle opere di pubblica utilità. Di questi, 132 riguardano gli interventi stradali (di cui 90 per lo svincolo sulla Roma-Fiumicino presentato per aggirare lo stop della Regione per passare dalla Tenuta dei Massimi). Ma anche qui, la situazione deve essere approfondita. Secondo Anna Maria Cesaretti, presidente della commissione Trasporti di Roma Capitale, alcuni preventivi presentati «sarebbero stati sovrastimati». E altri invece non sarebbero di pubblica utilità. Lampante l’esempio del parcheggio vip dell’impianto (10 milioni di euro). E sgranando il rosario di una trattativa per niente in discesa si arriva al secondo punto: la compensazione che Parnasi vorrebbe. E cioè un milione di euro di metri cubi da destinare a uffici e negozi a Tor di Valle. «Un ecomostro», secondo Legambiente. Su questo punto non è escluso un dimagrimento dei volumi edificabili. Marino è fiducioso perché «è un’opportunità per Roma». E punta a uscire dagli uffici di Pallotta – è la seconda volta che lo incontra in due mesi – con un risultato. Anche per non rovinarsi le vacanze americane insieme alla famiglia che dureranno fino alla fine del mese.