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LA REPUBBLICA Mai così male, oggi il sorteggio. La Roma rischia un girone di big

AS Roma
AS Roma

(E. Gamba) Il nostro piccolo contingente di retroguardia è pronto per sapere prima quale e poi quanta strada potrà fare in Champions League, con il sospetto che sarà comunque poca e che un’onesta partecipazione è il massimo cui si possa ambire. Non partiamo dalla prima fila, ma da molto più indietro: al sorteggio di Montecarlo (17.45), presenteremo la Juventus in seconda fascia e la Roma in quarta, lontano dalla crème e nel bel mezzo dei trabocchetti più pericolosi. Siamo rimasti in due, come francesi e russi e meno dei portoghesi, ma di questo bianconeri e giallorossi si rallegrano: grazie alla caduta del Napoli, divideranno a metà e non in tre fette la torta dei diritti televisivi, guadagnandoci grosso modo una decina di milioni a testa. D’altronde, oramai le nostre partecipano alla Champions per soldi e non per ambizione. Per misurare il declino del calcio italiano basta guardare al 2003/2004, quando avevamo tre teste di serie (Lazio, Juventus e Milan) e un’altra subito a ridosso (Inter). In ogni caso, solamente due volte non abbiamo sistemato un club tra i primi otto del ranking di partenza: la prima esattamente dieci anni fa (ma c’erano quattro club in seconda fascia: Juventus, Inter, Milan e Roma) e l’altra proprio nell’ultima edizione della coppa. Con la Juve, però, tra le vice- grandi un anno fa c’era anche il Milan. In pratica, oggi siamo al peggior inizio della storia.

La posizione di partenza lascia prefigurare un sorteggio molto complicato soprattutto per la Roma, che scatta dall’ultima fila e quindi, in teoria, rischia un girone inattaccabile con Real Madrid, Psg e Liverpool. La fortuna porterebbe invece in dote il Benfica, il Basilea e l’Ajax. I portoghesi, in particolare, sono la testa di serie più ambita per chi sta nelle zone basse: dopo due finali di Europa League consecutive (ovviamente perse, secondo tradizione e maledizione) ha venduto tutto il vendibile, (Markovic, Oblak, Garay, André Gomes, Siqueira, Cardozo, Rodrigo) rastrellando oltre settanta milioni e reinvestendone una minima parte (in particolare su brasiliani quasi ignoti) per cominciare un nuovo ciclo: è l’anno giusto per farsi una gita a Lisbona.

Dalla pole position parte il Real Madrid perché è il detentore, perché è primo anche nel ranking dopo aver scavalcato il Barcellona e perché ha innestato Jaime, Navas e Kroos in una squadra già formidabile, anche se Di Maria mancherà. In ogni caso, lassù nello spazio celeste è quasi impossibile fare distinzioni: tra Chelsea, Bayern, Arsenal, Barcellona, Manchester City e Psg le differenze sono minime e i valori siderali, almeno per noi che siamo quaggiù, lontanissimi e piccini. Atletico Madrid, Borussia Dortmund e Liverpool (mina vagante della terza fascia) sono appena un gradino sotto e comunque un gradino sopra le nostre, che possono essere sistemate allo stesso livello del Porto, delle altre tedesche, dello Zenit e del Monaco, che comincia dal fondo ma può diventare minacciosissimo, soprattutto se si terrà Falcao.

Per le nostre l’importante è innanzitutto partecipare, visto che con la sola presenza vengono garantiti almeno trenta milioni. La Juve ha già dichiarato il suo obiettivo, che sarebbe anche in linea con il fatturato del club: «Puntiamo a entrare nelle prime otto». Conte ci riuscì nel 2013. Allegri, nei tre anni di Milan, una volta soltanto. La Roma torna in Champions dopo quattro stagioni con l’idea di superare la fase a gironi, poi si vedrà: molto dipende da cosa sbucherà dalle urne.

Il sorteggio dei gironi di Europa League è invece in programma domani, dopo l’ultima notte di play-off. L’Inter, il Napoli e la Fiorentina saranno teste di serie (i nerazzurri hanno addirittura il miglior ranking tra le 48 squadre ammesse), mentre il Torino partirà, nella migliore delle ipotesi, dalla terza fascia. Ammesso che si qualifichi.

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