La più bella Roma della stagione piega un Napoli forse ostaggio di un sistema di gioco che, almeno in Italia, non regala più le certezze dello scorso anno. Sicuramente la squadra di Luis Enrique è stata agevolata nell’impresa dal fortunato gol del vantaggio dopo appena 180 secondi di gioco. Ma ieri i giallorossi hanno sottolineato alcuni problemi di una squadra che avendo due soli esterni finisce per andare in difficoltà quando dall’altra parte gli esterni sono quattro (due per corsia). (…)
LA PARTITA – Match avvincente con i giallorossi sempre avanti e un Napoli che non ha mai mollato sulla linea dei centrocampisti in fase di non possesso, come normalmente avviene nel 4-3-3. In questa maniera non solo ha limitato i guai quando il Napoli attaccava, ma è riuscito a sfruttare bene gli spazi che gli venivano concessi da un Napoli alla ricerca spasmodica del pari, una ricerca che è andata avanti a strappi: veemente nel primo tempo, appannata dopo la rete del raddoppio di Osvaldo al 15′ della ripresa (su cross di Totti e dormita di Campagnaro), di nuovo veemente dopo la rete di Hamsik che ha accorciato le distanze, sfiorita definitivamente con il terzo gol di Simplicio (tiro deviato da Cannavaro). Il Napoli è stato generoso, come al solito, ma poco ordinato, arrembante e caotico, confusionario nella costruzione del gioco in mezzo al campo e disattento sotto porta dove troppo hanno sprecato gli attaccanti. La Roma, invece, sembra in qualche maniera aver perfezionato l’evoluzione intravista contro la Juventus. Il gioco in orizzontale, sterile e ripetitivo, comincia a essere un ricordo del passato, a vantaggio di una proficua ricerca di profondità.
CASO – Nel calcio il caso gioca un ruolo determinante, ancor più determinante se interviene quando le squadre stanno trovando gli assetti giusti in campo e stanno scaldando i muscoli. Probabilmente avremmo assistito a un’altra partita se il Fato appena tre minuti dopo il fischio d’avvio di Celi non avesse trasformato un cross di Lamela in gol, anzi in autogol. Da quel momento, infatti, la sfida tra Napoli e Roma che forse avrebbe faticato a prendere quota, si è immediatamente infiammata facendo piazza pulita dei tatticismi che normalmente finiscono per eliminare gli spazi e quindi anche lo spettacolo. Tutto è cominciato quando Lamela, palla tra i piedi, ha beffato due volte Campagnaro calciando al centro e confidando in una deviazione di un compagno. Aronica ha provato l’intervento e così facendo ha mandato in tilt De Sanctis che nel tentativo di bloccare una sfera scivolosa come una saponetta, ha finito per spedirsela alle spalle, in rete. A quel punto è venuto fuori un Napoli rabbioso ma non molto lucido e una Roma ordinata anche nella difesa della propria trequarti e reattiva nelle ripartenze. Hamsik per trovare palloni giocabili e non intrupparsi a ridosso dell’area romanista troppo affollata, è arretrato in una posizione di vero e proprio trequartista e quando al 24′ Zuniga gli ha messo sui piedi a un paio di metri dalla porta vuota la palla per il pareggio, lui l’ha spedita alle stelle. Dall’altra parte Lamela e Osvaldo si tenevano molto larghi collaborando intensamente nel controllo di Zuniga e Maggio quest’ultimo molto più veloce di Taddei. Con Simplicio abile a inserirsi e Lamela a sfruttare gli spazi del contropiede, la Roma, godendo ovviamente di spazi, riusciva a tenere in allarme il Napoli obbligato scoprirsi per trovare il pari e non riuscendo ad assicurare Gargano la solita protezione. Due pali (uno di Lavezzi e l’altro di Lamela), una gran parata di Stekelenburg su tiro al volo di Maggio, due gol annullati, uno a Cavani per un fallo (inesistente) di Maggio su Rosi, e un secondo per un fuorigioco esistente di Cavani, oltre ovviamente a quattro gol: roba sufficiente a rendere interessanti non una ma due partite.
KO – E’ stata una gara combattuta sino alla fine. Forse non giocata benissimo, ma ricca di gol, di conclusioni pericolose, con un risultato che è apparso archiviato a nove minuti dalla fine, riaperto e riarchiviato nel giro di pochi secondi. Certo, non sono mancati gli errori, soprattutto in fase realizzativa. E nemmeno quelli in fase difensiva (sui tre gol incassati, Mazzarri dovrà compiere qualche riflessione approfondita). Sul cammino del Napoli in campionato, questa sfida potrà avere un peso molto rilevante anche perché subita nel giorno in cui vecchi protagonisti temporaneamente in declino (l’Inter) hanno rialzato la testa. Soprattutto preoccupa perché la sconfitta arriva dopo il piccolissimo pareggio di Novara. La Roma, al contrario, di qui può cominciare a immaginare una stagione diversa. Ha sofferto in fase difensiva ma rispetto ad altre occasioni è apparsa più attenta, più solida, con i laterali difensivi meno irragionevolmente alti e i centrali più protetti.